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Timori per Brexit soffocano economia G.B., ottimismo sui servizi a minimo storico

Pubblicato 05.03.2019, 10:33
Aggiornato 05.03.2019, 10:59
© Reuters.

Investing.com - L’aumento dell’incertezza per l’imminente uscita del Regno Unito dall’Unione Europea ha lasciato l’economia britannica vicino alla stagnazione, malgrado il lieve rialzo dell’attività del settore dei servizi, secondo un report pubblicato questo martedì.

I timori per la Brexit hanno spinto l’occupazione del settore dei servizi a scendere al tasso più rapido degli ultimi sette anni, secondo IHS Markit. La fiducia delle imprese è crollata a livelli storicamente bassi e anche i nuovi lavori sono scesi.

“Gli ultimi dati sull’indice PMI indicano che l’economia britannica resta vicino alla stagnazione a febbraio, malgrado la raffica di attività in molti settori in vista dell’uscita del Regno Unito dall’UE”, scrive nel report Chris Williamson, capo economista di IHS Markit.

Williamson ha spiegato che i tre dati principali (sul settore dei servizi, su quello manifatturiero e su quello edile) suggeriscono una crescita dello 0,1% dell’economia britannica nel primo trimestre.

L’agenzia di ricerche di mercato IHS Markit ha reso noto che l’indice dei direttori acquisti sul settore dei servizi è salito a 51,3 a febbraio ma che “i timori per la Brexit sono in cima alla lista dei motivi riportati dalle compagnie come cause del peggioramento della performance delle attività”.

Sebbene il settore manifatturiero della nazione sia stato supportato dall’aumento delle scorte in previsione di una Brexit caotica, l’attività ha segnato il minimo di quattro mesi a febbraio.

La riluttanza a cominciare grossi nuovi progetti ha pesato fortemente anche sul settore edile britannico, la cui attività è scesa per la prima volta in 11 mesi.

L’incertezza per la Brexit ha raggiunto nuovi picchi nelle ultime settimane, con varie fazioni di legislatori che spingono per avere gli esiti desiderati mentre si avvicina la scadenza del 29 marzo. Il Primo Ministro Theresa May ha reso noto che, se necessario, farà rinviare la data per trovare un esito che abbia l’approvazione della maggioranza in Parlamento. Tuttavia, i leader europei si sono mostrati riluttanti a prorogare la scadenza, a meno che il Regno Unito non sia pronto a cambiare nettamente posizione.

“L’ottimismo delle imprese su quest’anno è di conseguenza crollato ai minimi mai registrati ad eccezione del picco della crisi finanziaria globale e del luglio 2016”, afferma Williamson.

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