MILANO (Reuters) - Seduta pesante a Piazza Affari e più in generale su tutti i mercati europei, penalizzati dal forte ribasso della borsa greca dopo la decisione di anticipare il voto parlamentare per l'elezione del presidente della Repubblica.
L'inattesa decisione greca, che potrebbe portare a elezioni politiche anticipate se il primo ministro, Antonis Samaras, non riuscirà a far eleggere il proprio candidato, è arrivata dopo che i ministri delle Finanze della zona euro hanno deciso di estendere di soli due mesi il programma di bailout.
"Il fattore Grecia penalizza soprattutto i finanziari. Più in generale, ritengo che da qui alla fine dell'anno il mercato si muoverà lateralmente quindi ogni discesa dell'indice potrebbe essere un'occasione di acquisto", osserva un broker.
L'indice FTSE Mib perde il 2,81%, l'AllShare il 2,70%. Volumi per un controvalore di circa 3,7 miliardi di euro.
Vendite diffuse su tutto il mercato, nel settore energia ENI cede il 2,07% a causa dell'andamento del prezzo del greggio e di un taglio di target price varato da Jefferies..
In scia SAIPEM (-1,99%), affatto galvanizzata dalle ipotesi di stampa su un interesse da parte di operatori di private equity.
La caduta delle quotazioni petrolifere, che ieri ha portato ConocoPhillips a tagliare il budget 2015 del 20%, pesa anche su TENARIS (-0,72%), pure oggetto di una riduzione dell'obiettivo di prezzo (da parte di Natixis).
In sofferenza, tra i petroliferi e le società legate al settore energetico, anche PRYSMIAN (-3,03%) e SARAS (-4,42%).
Molto male anche la galassia ENEL che cede il 4,42%, mentre ENEL GREEN POWER perde il 4,76%.
Complessivamente in calo le banche: le big INTESA SANPAOLO e UNICREDIT cedono rispettivamente il 2,04% e il 3,84%. Male anche le popolari guidate dal BANCO POPOLARE
Invariata CARIGE che beneficia delle anticipazioni sulle prossime mosse della Bce.
In controtrend solo MEDIASET che chiude in rialzo del 2,81%: in rosso per gran parte della seduta, il titolo ha cambiato rotta subito dopo la nota della società che evidenzia a novembre un incremento della raccolta pubblicitaria in Italia di oltre il 7% e stima di chiudere l'anno con una contrazione del 3,8%, in linea con il dato cumulato sui primi undici mesi dell'anno.
Sempre sotto pressione, per via delle prospettive economiche della Russia e delle proteste di Hong Kong, il lusso: deboli, in particolare, MONCLER (-1,2%) e YOOX (-5,06%); quest'ultima risente sopratutto delle vendite deludenti di Asos.
Giù anche l'automotivo con FCA che cede il 4,28%, mentre FINMECCANICA, fra i peggiori del paniere, perde il 5,07%.
In forte ribasso anche UNIPOLSAI (-1,92%), PIRELLI (-2,11%), GTECH (-0,78%) e AUTOGRILL (-1,93%).
Fuori dal paniere principale, pesante SEAT in calo del 9,09%.