Di Geoffrey Smith
Investing.com - La scorsa settimana il mercato del lavoro statunitense ha continuato a sfidare le previsioni, con un nuovo calo del numero di richieste iniziali di sussidi di disoccupazione.
Il numero delle richieste iniziali di disoccupazione è sceso infatti a 190.000 unità rispetto alle 192.000 della settimana precedente, continuando a non confermare il visibile aumento dei licenziamenti in gran parte dell’economia statunitense. Gli analisti si aspettavano un modesto aumento delle richieste iniziali a 195.000 unità.
Le richieste continue, invece, sono rimaste ferme a 1,65 milioni. Dopo essere salite dal minimo storico di 1,3 milioni a metà dell’anno scorso, le richieste continue - considerate un indicatore migliore di quanto sia facile o difficile per i nuovi disoccupati trovare lavoro - sono scese marginalmente nei primi due mesi del 2023.
Questi dati sono gli unici che riguardano il mercato del lavoro negli Stati Uniti questa settimana, mentre il report chiave sull’occupazione non agricola è stato posticipato al 10 marzo.
Altri dati pubblicati contemporaneamente, tuttavia, si sono aggiunti alle prove delle ultime due settimane che suggeriscono che nell’economia statunitense permane una maggiore pressione inflazionistica rispetto a quanto suggerito dal calo dei prezzi al consumo negli ultimi mesi.
I costi unitari del lavoro sono saliti del 3,2% nel quarto trimestre dello scorso anno, accelerando nuovamente dopo due trimestri di aumenti relativamente contenuti. I costi unitari, una misura approssimativa della produttività, erano saliti nettamente durante la pandemia, ma si sono chiaramente moderati con l’attenuarsi delle perturbazioni economiche dovute ai lockdown ed ai problemi di approvvigionamento. Nello stesso periodo, la produttività non agricola è aumentata solo dell’1,7%, anziché del 2,6% previsto.
I numeri hanno aumentato le pressioni sulle obbligazioni statunitensi, che nell’ultima settimana hanno costantemente riprezzato una traiettoria più alta per i tassi d’interesse. Il rendimento dei Treasury a 2 anni è salito di 5 punti base al 4,94%, mentre il rendimento dei decennali, che ieri ha superato il 4% per la prima volta da novembre, è salito di 8 punti base al 4,08%.
L’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di valute delle economie avanzate, sale di un altro 0,6% a 105,02.