MILANO (Reuters) - Non è voluta intervenire oggi né sul costo del denaro né su modi o tempi del programma di acquisto asset la Banca centrale europea, ma lo ha fatto con assoluta cognizione di causa.
L'atteso aggiornamento delle stime trimestrali dello staff su crescita e inflazione, spiega alla stampa il presidente Mario Draghi, non è infatti tale da imporre l'immediata messa a punto di nuove misure -- convenzionali o non -- di politica monetaria.
Per quanto Francoforte precisi di aver incaricato speciali comitati, preposti alla rimodulazione del programmma degli acquisti 'qe' qualora questa si rivelasse necessaria, i mercati finanziari decidono di accogliere comunque con freddezza la decisione di posticipare qualsiasi intervento.
Se la stragrande maggioranza degli analisti scommetteva che il consiglio odierno si sarebbe chiuso con un radicale nulla di fatto, la relativa risalita dei rendimenti sui titoli di Stato chiarisce che evidentemente una parte degli investitori ipotizzava quanto meno una retorica più espansiva.
Nel corso della riunione -- la prima da fine luglio, in grado di guardare più in prospettiva anche le concrete ricadute della Brexit -- "non si è discusso di un'estensione del programma degli acquisti" precisa Draghi.
Bastano queste parole a spingere l'euro fino a oltre 1,13 dollari e far girare i listini di borsa in negativo, mentre lievitano di una manciata di centesimi i rendimenti sui governativi.
Se si vuole passare la parola ai numeri, del resto, a guardare le nuove stime sul triennio comporta per l'inflazione una conferma delle attese di giugno sia per quest'anno sia per il 2018, con una limatura di un decimo sul solo 2017. Quanto alla crescita, sempre nell'orizzonte 2016/2018, la correzione delle aspettative è di un decimo al rialzo su quest'anno e uno al ribasso sia sul prossimo sia sul 2018.
"La revisione delle proiezioni dello staff non è al momento tale da giustificare un intervento. Siamo del parere che la politica monetaria sia efficace", dice il presidente Bce.
In totale sintonia, una nota dell'ufficio studi Mps (MI:BMPS) titolata 'Zero-a-zero, palla al centro' definisce "molto marginali" e "senza variazioni del quadro di fondo" gli aggiustamenti delle stime.
"Il consiglio dei governatori ha incaricato appositi comitati di valutare qualsiasi opzione permetta di garantire il buon funzionamento del programma degli acquisti", garantisce comunque Draghi.
Il prossimo passo -- molto probabilmente in dicembre, anche se già c'è chi si sbilancia sul prossimo appuntamento in data 20 ottobre -- sarà l'aggiustamento del programma degli acquisti, che potrebbe necessitare di un ritocco quantitativo o qualitativo.