A cura di Mauro Speranza
Investing.com - Mercati europei alternati alla vigilia del meeting della Banca centrale europea di domani, con il Ftse Mib che resta in verde dopo le previsioni negative sull’economia arrivate oggi dall’Ocse e dall’Istat. Deboli il Dax (-0,21%) e il Cac 40 (-0,16%), mentre restano sopra la parità il Ftse 100 (+0,22%) e l’Ibex 35 (+0,21%).
Gli operatori, dunque, restano col fiato sospeso in attesa delle novità che potrebbero arrivare dal “Bce day” di domani sui tassi di interesse, con l’istituto centrale preoccupato dal rischio crescita e bassa inflazione che potrebbero rendere “effervescente” le sedute delle borse europee, soprattutto dopo la consueta conferenza stampa del Presidente Mario Draghi.
La crescita dei prezzi in Europa resta debole e ben al di sotto del target Bce del 2% e il rallentamento economico potrebbe mostrare che la crescita reale del PIL all’1,5% potrebbe essere ottimistica.
“Le prospettive di crescita per quest’anno potrebbero essere ridimensionate all’1,3%” rispetto al precedente 1,7%”, prevede l’istituto Mirabaud AM, e anche le stime sull’inflazione potrebbero vedere un taglio consistente a causa dell’inflazione Core CPI fermatasi all’1%.
"È importante sottolineare che ci aspettiamo che la BCE annunci un nuovo programma di prestito bancario (TLTRO II)”, spiega Gero Jung, Chief Economist di Mirabaud AM, aggiungendo “che sarà accessibile a tutte le banche e consentirebbe loro di rinnovare i prestiti esistenti e attingere nuova liquidità. Non ci aspettiamo, tuttavia, segnali di un potenziale nuovo programma di QE, poiché se è pur vero che i dati sono deboli, non sono comunque così catastrofici".
Il rinnovo del TLTRO II è definito “probabile” anche dall’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo (MI:ISP), Carlo Messina. “Si tratta di una delle leve di politica monetaria da utilizzare quando c’è un rallentamento della crescita”, spiega Messina.
L’Italia risulta il paese dell’Eurozona in cui gli istituti bancari detengono più fondi Bce in proporzione agli attivi con circa 240 miliardi di euro, seguiti dalla Spagna, la Francia e la Germania.
La situazione degli istituti bancari, potrebbe, appunto portare ad una nuova riproposizione del programma. “A gennaio il flusso mensile al netto delle cartolarizzazioni è sceso per la prima volta in negativo dal giugno del 2017 e la crescita annua ha sensibilmente rallentato” spiegano gli economisti di Abn Amro.
L’annuncio però, “potrebbe partire solo ad aprile”, dicono da Hsbc. “In pratica, la Bce potrebbe strutturare l'operazione in modo da permettere alle banche di rifinanziare i prestiti in scadenza”.
Gli esperti di Moody’s, inoltre, ritengono che “un altro round di questi finanziamenti sia lo scenario più probabile per mitigare il rischio di funding degli istituti e incoraggiare i prestiti all’economia reale”.