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Chi è Pavel Durov, il cofondatore di Telegram arrestato in Francia

Pubblicato 26.08.2024, 12:22
Chi è Pavel Durov, il cofondatore di Telegram arrestato in Francia
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L'imprenditore del settore tech Pavel Durov è stato definito lo "Zuckerberg russo". Ha fondato numerosi social network, nonché una criptovaluta. Il 39enne ha già avuto problemi con le autorità in Russia e in altri Paesi; nel fine settimana è stato arrestato in un aeroporto vicino a Parigi con l'accusa di non aver imposto paletti alla sua app di messaggistica Telegram. Tanto da aver agevolato di fatto, sempre secondo le accuse, cyberbullismo, frodi, traffico di droga, criminalità organizzata e promozione del terrorismo. Ma chi è Pavel Durov?

La prima impresa sociale

L'imprenditore è nato a San Pietroburgo e tra due mesi compirà 40 anni . Il suo debutto sui social media è avvenuto all'età di 22 anni con VKontakte (VK), piattaforma da lui co-fondata che si rivolgeva agli utenti di lingua russa e che era diventata più popolare di Facebook (NASDAQ:META) nel Paese, secondo quanto indicato dall'agenzia di stampa AFP.

Nel 2014, però, Durov ha lasciato la Russia, dopo essersi rifiutato di accettare le richieste del governo di chiudere i gruppi legati all'opposizione su VKontakte e di consegnare i dati personali ai servizi di sicurezza dell'FSB. Tra gli altri, gli era stato chiesto anche di bloccare l'account del defunto leader dell'opposizione russa Alexei Navalny.

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In seguito ha deciso di vendere VKontakte e per l'occasione ha salutato tutti con un "Addio e grazie per tutti i pesci", citazione mutuata dal romanzo di fantascienza "Guida galattica per gli autostoppisti". "Preferisco essere libero - ha dichiarato nello scorso mese di aprile al giornalista statunitense Tucker Carlson, parlando proprio della sua fuga dalla Russia - piuttosto che prendere ordini da qualcuno".

Nella stessa intervista ha dichiarato di non avere proprietà come immobili o barche, ma soltanto liquidità e Bitcoin.

Il lancio di Telegram

Nel 2013, insieme al fratello Nikolai, ha lanciato Telegram, una piattaforma gratuita che punta a proteggere (anche troppo, secondo le autorità di molti Paesi) i dati degli utenti, e che oggi compete con altre piattaforme come WhatsApp, Instagram, TikTok e WeChat.

Il servizio consente a chiunque di seguire contenuti e commenti postati dagli utenti su cosiddetti "canali", o gruppi. Chi vi partecipa è protetto dalla crittografia. Esistono poi canali privati che danno agli amministratori il diritto di scegliere chi può vedere i loro post.

Durov si è sempre rifiutato di moderare i messaggi su Telegram, sottolineando come la sua sia una piattaforma "libera". Nel 2018, però, un tribunale di Mosca ha ordinato il blocco di Telegram. Una scelta che però non ha avuto successo: subito dei manifestanti hanno circondato la sede dell'FSB, lanciando aerei di carta, simbolo di Telegram.

Una protesta in Russia nel corso della quale si è inneggiato a Pavel Durov Dmitri Lovetsky/Copyright 2018 The AP. All rights reserved.

La Russia ha rinunciato quindi all'idea di bloccare l'accesso Telegram. E oggi anche il governo utilizza l'app. Proprio per via della segretezza, la piattaforma è sfruttata da gruppi di opposizione di tutto il mondo, che non vogliono che i loro dati o messaggi siano modificati. Lo stesso sistema di messaggistica è molto utilizzato anche nell'ambito dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia nel 2022 da entrambe le parti in guerra.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ad esempio, usa Telegram per postare ogni giorno video rivolti ai cittadini. Ma anche gruppi pro-russi gestiti dai cosiddetti "Z-blogger" sono popolari. Tuttavia, Telegram è diventato anche una piattaforma nella quale imperversano estremisti e cospirazionisti. I gruppi, che ammettono fino a 200mila membri, hanno reso più facile la diffusione di disinformazione e non mancano casi di canali neonazisti e per pedofili.

La vita privata di Durov

Dopo aver lasciato la Russia, Durov ha ottenuto la cittadinanza dell'isola caraibica di Saint Kitts e Nevis dopo aver donato 250mila dollari (223mila euro) all'industria dello zucchero della piccola nazione, secondo quanto riportato da media russi.

Nell'agosto 2021 gli è stata concessa anche la cittadinanza francese, che Durov ha dichiarato di aver richiesto per gioco dopo che il suo assistente gli aveva detto di fare domanda con il nome di "Paul Du Rov". Le circostanze dell'ottenimento del passaporto francese rimangono un mistero, con le autorità transalpine che non hanno mai commentato la vicenda.

Ma Durov anche la nazionalità emiratina e vive a Dubai, dove ha sede Telegram. Secondo Forbes, ha oggi un patrimonio netto di circa 15,5 miliardi di dollari (14 miliardi di euro), il che lo rende la 121esima persona più ricca del mondo.

Pavel Durov in una foto del 2012 Roman Kulik/AP

Sempre vestito di nero, Durov è una figura un po' misteriosa e raramente rilascia interviste. Sul suo canale Telegram scrive di condurre una vita solitaria e di non consumare carne, alcol o caffè. Ha anche affermato di essere il padre biologico di più di cento bambini grazie alle sue donazioni di sperma in una dozzina di Paesi, descrivendo questo come un "dovere civico".

Perché è stato arrestato?

Gli investigatori francesi hanno emesso, appunto, un mandato di arresto con le accuse di sostegno a cyberbullismo, frode, traffico di droga, criminalità organizzata e promozione del terrorismo. Gli viene attribuito di non aver preso provvedimenti per impedire l'uso criminale della sua piattaforma. "Basta con l'impunità di Telegram", ha dichiarato un investigatore, secondo quanto riportato dal Guardian, che si è anche detto sorpreso del fatto che Durov sia volato a Parigi sapendo di essere ricercato in Francia.

L'imprenditore ha dichiarato in passato che Telegram risponde a ogni richiesta di rimozione di contenuti che incitano alla violenza o all'omicidio: "La piattaforma rispetta le normative dell'UE, compreso il Digital Services Act, e l'attività di moderazione rientra negli standard del settore ed è in costante miglioramento", ha spiegato domenica sera in un comunicato.

"L'amministratore delegato di Telegram, Pavel Durov, non ha nulla da nascondere e viaggia spesso in Europa. È assurdo affermare che una piattaforma o il suo proprietario siano responsabili di abusi dello strumento. Siamo in attesa di una pronta risoluzione di questa situazione". Nel frattempo, le autorità russe hanno accusato la Francia di "rifiutarsi di collaborare". L'ambasciata russa a Parigi ha chiesto di poter arrivare ora a Durov, ma ha aggiunto che la Francia avrebbe finora "evitato di impegnarsi".

Cosa succede ora?

Il periodo di detenzione preventiva è stato prolungato fino a domenica, ha rivelato il Guardian citando una fonte vicina alle indagini. In ogni caso non potrà durare più di 96 ore. Il giudice potrà poi decidere di liberarlo o di accusarlo formalmente e di rinviarlo a giudizio.

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