Investing.com - Ecco le cinque principali notizie da seguire sui mercati finanziari questo giovedì 22 settembre:
1. La Fed rallenta e scala la marcia per i futuri aumenti
La Federal Reserve ha lasciato invariati i tassi in conclusione al vertice di politica monetaria di ieri, ma ha lasciato intendere che che potrebbe inasprire la politica monetaria prima della fine dell’anno se il mercato del lavoro dovesse continuare a migliorare.
Inoltre, ha rivisto al ribasso le previsioni per i futuri aumenti dei tassi per quest’anno, prevedendo un solo aumento anziché due, ed ha rilasciato previsioni meno aggressive sui futuri aumenti dei tassi nel 2017 e 2018.
I prossimi vertici Fed sono previsti a inizio novembre e metà dicembre. Secondo gli economisti l’aumento dei tassi sarà evitato per via della vicinanza delle elezioni presidenziali negli USA.
Secondo lo Strumento di Controllo dei Tassi della Fed di Investing.com, esiste una possibilità del 15% di un aumento dei tassi in occasione del vertice del novembre. Le probabilità di un aumento a dicembre sono pari a circa il 60%.
2. Impennata dei titoli, propensioni al rischio in salita dopo la Fed
I futures dei titoli azionari USA puntano ad un’apertura in rialzo questo giovedì, il Nasdaq si avvia a toccare un nuovo massimo, mentre gli investitori restano focalizzati sui dati statunitensi e sulla decisione della Fed di non intervenire sui tassi di interesse.
Il report settimanale sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione è atteso alle 8:30 ET, mentre i dati sulle vendite di case esistenti are saranno rilasciati alle 10:00AM ET (14:00GMT).
Intanto, i titoli azionari europei e britannici segnano risultati positivinegli scambi di metà mattina, con il DAX in salita del 2%, dopo il mancato intervento della Fed.
Le borse asiatiche hanno chiuso con un’impennata, dopo che la Fed ha lasciato invariati i tassi.
3. Il dollaro crolla dopo le previsoni della Fed
Il dollaro è vicino al minimo di una settimana contro le principali valute questo giovedì, dopo la decisione della Federal Reserve di lasciare invariati i tassi in conclusione al vertice di politica di mercoledì.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è in calo dello 0,35% a 95,13, ben al di sotto del massimo di sei settimane di 96,29 toccato nella seduta precedente.
4. Il prezzo del greggio schizza in attesa dei dati sulle scorte USA
Il prezzo del greggio segna un’impennata questo giovedì, dopo i dati settimanali statunitensi sulle scorte scorte USA che hanno mostrato il terzo calo settimanale consecutivo, sostenendo le previsioni per la domanda del principale consumatore mondiale.
Altri fattore a supporto lo sciopero dei lavoratori in Norvegia, che minaccia la produzione del Mare del Nord, ed il crollo del dollaro USA.
Il prezzo del greggio sale quando il dollaro si indebolisce, poiché le materie prime espresse in dollari diventano meno costose per i titolari di altre valute.
Il greggio USA balza di 43 centesimi, o dello 0,95%, a 45,77 dollari negli scambi della mattinata newyorkese, mentre il Brent sale di 37 centesimi, o dello 0,8%, a 47,20 dollari.
5. Oro al massimo di due settimane, previsioni Fed meno aggressive
Il prezzo dell’oro è schizzato al massimo di 2 settimane questo giovedì, dopo la decisione della Federal Reserve di non intervenire sui tassi di interesse e la revisione al ribasso dei numeri di aumenti dei tassi previsti.
L’oro con consegna a dicembre sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange tocca il picco intraday di 1.339,30 dollari l’oncia troy, il massimo dall’8 settembre. Successivamente si è attestato a 1.337,00, in salita di 5,95 dollari o dello 0,45%.
Il metallo prezioso è legato all’andamento dei tassi USA. Un aumento graduale dei tassi di interesse avrebbe ripercussioni minori per il prezzo dell’oro rispetto ad una serie di aumenti in un breve lasso di tempo.