di Alessandra Galloni
DAVOS (Reuters) - Grazie all'implementazione del suo piano di riforme, il governo punta ad una crescita del Pil per il 2019 ben superiore all'1% e a far scendere lo spread di un centinaio di punti base in area 150.
Lo ha detto oggi a Davos, in un'intervista a Reuters, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
"Lo spread è importante anche per recuperare risorse finanziarie... Siamo a 250 punti, ma sono molto fiducioso che man mano che gli investitori e quindi i mercati finanziari conosceranno le misure, il piano di investimenti, le riforme che stiamo realizzando, lo spread si abbasserò ancora di più", ha detto Conte.
"Noi miriamo a quello", ha risposto alla giornalista che gli chiedeva se un livello a 150 pb sia plausibile. Il differenziale tra il bond decennale italiano e quello tedesco oggi all'approssimarsi della chiusura quota 258 pb.
"Il nostro piano di riforme sarà in primavera che esploderà completamente", ha continuato il premier, dicendosi "fiducioso e convinto che a fine anno e nel secondo semestre avremo un'accelerazione della crescita incredibile, supereremo di gran lunga quella crescita dell'1% che abbiamo previsto nella nostra legge di bilancio".
Il target governativo di crescita del Pil per il 2019 è a 1%. Nell'ultimo sondaggio trimestrale di Reuters gli analisti vedono il Pil progredire dello 0,7% quest'anno.
PIANO RIFORME FARA' RIPARTIRE PAESE
E' tramite gli investimenti, in particolare su energia e infrastrutture, che l'esecutivo intende far ripartire il Paese.
"Abbiamo il piano di riforme strutturali più significativo mai fatto in Italia", dichiara Conte. "La nostra filosofia è assicurare l’economia sostenibile e la crescita sostenibile, realizzare un piano di investimenti significativi, soprattutto nell’economia circolare e energia rinnovabile e sulle infrastrutture, quelle materiali e immateriali".
La manovra istituisce un Fondo per il rilancio degli investimenti delle Amministrazioni centrali dello Stato con una dotazione complessiva di oltre 43 miliardi dal 2019 al 2033 (740 milioni per il 2019, 1,26 miliardi per il 2020).
Ancora riguardo alle grandi opere, il premier ha negato che il suo governo sia contrario alla loro realizzazione: "Sono molto dispiaciuto perché prevale una narrativa di un governo del non fare, il che e’ completamente sbagliato".
In particolare, sulla Tav Torino-Lione - che sta dividendo i due partiti di maggioranza con la Lega favorevole alla costruzione e i 5 Stelle contrari - il premier ha spiegato che "prima di realizzarle un governo ha l’obbligo di mettere in discussione l’attualità di questo progetto. E lo stiamo facendo senza pregiudizi".