BERLINO/SHANGHAI/BRUXELLES (Reuters) - Bruxelles aveva respinto la proposta del governo cinese di vendere i veicoli elettrici importati dalla Cina a un prezzo minimo di 30.000 euro, una mossa che Pechino sperava potesse evitare l'imposizione di dazi Ue il mese prossimo.
Lo hanno riferito tre fonti a conoscenza della questione.
La Commissione europea ha detto di aver respinto un mese fa le offerte di prezzo minimo dei produttori di veicoli elettrici in Cina, nell'ambito di un'indagine antisovvenzioni che ha gettato Pechino e l'Unione europea nella più grande disputa commerciale degli ultimi dieci anni.
I dettagli specifici dei compromessi offerti nei negoziati tra le due parti non erano stati riportati finora. Le fonti hanno parlato in condizione d'anonimato data la natura confidenziale dei dettagli.
Non è stato possibile al momento avere un commento da parte del ministero del Commercio cinese e della Commissione, che non ha mai commentato i negoziati.
Nel respingere la proposta cinese, Bruxelles aveva allora sostenuto che la questione non riguardava solo i prezzi praticati dalle case automobilistiche per i veicoli elettrici prodotti in Cina, ma anche le sovvenzioni ricevute per la loro produzione e la rimozione dell'impatto di tale sostegno.
La Commissione non ha fornito ulteriori dettagli dell'offerta, con la quale i produttori di veicoli elettrici in Cina si sono impegnati a rispettare determinate soglie di prezzo per evitare di inondare il mercato europeo con veicoli a basso costo con cui i rivali locali non possono competere, secondo Bruxelles.
Attualmente, case automobilistiche cinesi come SAIC e BYD fissano i prezzi dei loro modelli di veicoli elettrici appena al di sopra dei 30.000 euro in Europa, anche se li vendono a una frazione del prezzo nel loro mercato nazionale, evidenziando la loro flessibilità ma anche l'attrattiva della vendita in Europa.
Il Seagull di BYD, un veicolo elettrico di dimensioni contenute che arriverà in Europa il prossimo anno, dovrebbe avere un prezzo di poco inferiore ai 20.000 euro.
IL TEMPO PER UN ACCORDO STA PER SCADERE
I dettagli sulle offerte arrivano mentre il tempo per un accordo negoziato è agli sgoccioli, visto che la scorsa settimana la Commissione ha detto che dal 31 ottobre saranno imposte tariffe fino al 45% sui veicoli elettrici costruiti in Cina per cinque anni, a meno che le due parti non si accordino su un piano B.
La Cina ha imposto misure anti-dumping temporanee sulle importazioni di brandy dall'Unione europea, colpendo marchi francesi come Hennessy e Remy Martin, pochi giorni dopo che il voto da parte dei 27 Stati membri sui dazi per veicoli elettrici.
Il ministero del Commercio cinese aveva detto in precedenza di voler negoziare un'alternativa ai dazi che prevedesse una qualche forma di "impegno di prezzo flessibile", senza fornire maggiori dettagli.
La Commissione ha detto di essere pronta a riconsiderare altri impegni sui prezzi, come prezzi minimi e quote di importazione, man mano che i negoziati proseguono.
Una soluzione potrebbe essere un prezzo minimo calcolato individualmente per ogni casa automobilistica ed eventualmente per tipo di modello, a seconda delle dimensioni dell'auto e della gamma, in base a quanto riferito dalle fonti.
Un prezzo minimo di 35.000-40.000 euro sarebbe un parametro migliore per le trattative, secondo una delle fonti.
(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Claudia Cristoferi)