BRATISLAVA (Reuters) - I ministri finanziari della zona euro invitano Atene a rimettersi al più presto al lavoro per il progresso delle riforme strutturali poste dai creditori internazionali come condizione per la concessione di una nuova tranche di aiuti.
Secondo il programma di bailout -- il terzo -- siglato l'anno scorso con i partner della zona euro, la Bce e il Fondo monetario internazionale, la Grecia ha diritto a ricevere fino a 86 miliardi di euro entro il 2018 in cambio della messa a punto delle riforme strutturali concordate.
Dall'Eurogruppo è arrivato in maggio il via libera alla seconda tranche del pacchetto, pari a 10,3 miliardi, di cui 7,5 miliardi già anticipati, a patto che Atene rispetti alcuni precisi impegni entro fine ottobre.
In occasione della riunione informale di oggi e domani nella capitale slovacca, alcuni ministri esprimono il timore che Atene son stia rispettando pienemente i tempi.
"Sulla Grecia non mi sento molto tranquillo, ci sono accordi che vanno rispettati", dice alla stampa il responsabile alle Finanze austriaco Hans Joerg Schelling prima dell'Eurogruppo.
Secondo il presidente Jeroen Dijsselbloem si sarebbe già sprecato molto tempo.
"Siamo tornati a fare pressione perché occorre davvero fare passi in avanti: l'estate è finita e si deve tornare al lavoro" commenta.
I creditori internazionali chiedono alla Grecia di muoversi su 15 punti, tra cui le privatizzazioni e la riforma del settore energetico, in modo da ottenere in settembre gli ultimi 2,8 miliardi degli aiuti.
Anche secondo Wolfgang Schaeuble ad Atene resta da portare a termine il proprio dovere.
"Siamo al 9 settembre, quindi c'è tempo a sufficienza - commenta con la stampa - non sarebbe certo una novità, trattandosi della Grecia, che si arrivi all'obiettivo proprio all'ultimo momento".