MILANO (Reuters) - È salito a un nuovo record, oltrepassando per la prima volta la soglia dei 300 miliardi di euro, il debito Target2 dell'Italia.
Oltre all'effetto dell'avanzamento del programma di Qe, più volte citato da Bankitalia per spiegarne l'aumento, su agosto in particolare incide la specificità di un mese in cui, come anche quest'anno, è mancata offerta di titoli di Stato a medio lungo termine da parte del Tesoro.
"La liquidità che rientra con i titoli in scadenza in agosto viene reindirizzata verso bond esteri", spiega l'economista di Unicredit (MI:CRDI) Loredana Federico. "Poi normalmente tra settembre e ottobre c'è un ritorno di flussi verso i governativi italiani".
Secondo i dati mensili contenuti nella pubblicazione sugli aggregati di bilancio di Bankitalia, a fine agosto il debito Target2 italiano -- che registra le passività del Paese sul sistema di pagamento dell'Eurosistema -- si è portato a 326,945 miliardi dal precedente record di 292,090 miliardi segnato il mese precedente; il livello è ormai ampiamente superiore al picco dell'agosto 2012 (289,320 miliardi), toccato nella fase più intensa della crisi finanziaria della zona euro.
Tuttavia, più in generale, l'aumento del debito Target2 riflette anche la recente instabilità vista sui mercati.
L'economista di Unicredit parla di un possibile fattore di "disaffezione" sull'Italia, "che può aver favorito la fuoriuscita di capitali in scia alle tensioni seguite al referendum sulla Brexit, soprattutto sulle banche".
QUANTITATIVE EASING
Nell'ultimo Bollettino economico, Bankitalia ha spiegato che l'incremento del debito Target2 è legato ai disinvestimenti esteri da titoli di portafoglio privati italiani, in particolare obbligazioni, e agli acquisti netti di attività estere da parte dei residenti, solo parzialmente compensati dall'aumento della raccolta netta sui mercati internazionali delle banche residenti [nL8N1A12NS]. In precedenza via Nazionale aveva inoltre osservato che l'aumento Target2 riflette la creazione di liquidità connessa all'avanzamento del Qe, che permette alle banche di ridurre la raccolta sul mercato [nL5N17I28Y].
"Oltre all'avanzamento del Qe c'è un fattore strutturale di ricerca dei rendimenti" conclude Federico. "Con i tassi in calo sui titoli di Stato molti investitori si riposizionano su asset esteri più redditizi, o su fondi, che spesso sono basati all'estero anche se italiani".