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Le cinque cose da seguire sui mercati questo giovedì

Pubblicato 27.09.2018, 11:29
© Reuters.  Le cinque cose da seguire sui mercati questo giovedì
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Investing.com - Ecco le cinque principali notizie da seguire sui mercati finanziari questo giovedì 27 settembre:

1. I mercati assimilano la decisione della Fed

Gli investitori stanno assimilando la notizia che la Federal Reserve ha alzato i tassi di interesse ieri come previsto.

La Fed ha alzato i tassi di un quarto di punto al 2,25%, il terzo aumento di quest’anno e l’ottavo dal 2015.

Nella dichiarazione si legge che la banca prevede un quarto aumento a dicembre, altri tre nel 2019 ed un altro nel 2020.

Tuttavia, la Fed ha eliminato il termine “accomodante” usato per descrivere la sua politica monetaria, spingendo gli investitori a chiedersi se si stia avvicinando alla fine dell’inasprimento monetario.

Il presidente della Fed Jerome Powell durante la conferenza stampa ha affermato che la modifica non implica un cambiamento della politica monetaria. “Al contrario, è un segnale del fatto che la politica sta procedendo in linea con le nostre aspettative”, ha spiegato.

I funzionari hanno inoltre alzato le previsioni medie sulla crescita economica di quest’anno al 3,1% rispetto al 2,8% stimato a giugno.

Nel frattempo, gli investitori prevedono un aumento a dicembre con una probabilità del 79,2%, rispetto al 77,7% di ieri.

2. Borse globali volatili dopo la decisione della Fed

I titoli azionari mondiali sono volatili mentre gli investitori assimilano la decisione della Fed ed attendono una raffica di dati economici USA.

I future dei titoli USA puntano ad un’apertura invariata a Wall Street, con i future S&P 500 su dello 0,02% mentre i future Dow scendono dello 0,07% ed i future Nasdaq 100 legati al settore tech salgono dello 0,15%. Tutti e tre gli indici hanno chiuso in rosso ieri.

Al ribasso anche le borse europee, con il tedesco DAX e il francese CAC 40 in rosso e il londinese FTSE 100 stabile.

I mercati azionari asiatici hanno ridotto i guadagni precedenti. L’indice Shanghai Composite scende dello 0,54% e l’indice SZSE Component crolla dell’1,02%. L’indice China A50 delle principali compagnie cinesi è in calo dello 0,24%, mentre in Giappone l’indice TOPIX crolla dell’1,18% e l’indice Nikkei 225 va giù dello 0,82%.

3. Dollaro incoraggiato dalla Fed e dal problema del bilancio italiano che pesa sull’euro

Il dollaro guadagna terreno contro il paniere delle valute sulla scia della decisione della Fed, con l’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute, su dello 0,31% a 94,16.

L’euro scende al minimo di una settimana nei timori che il nuovo governo italiano debba rinviare il vertice sul bilancio previsto nel corso della giornata, sulla scia della notizia di uno scontro in vista della scadenza per la presentazione del bilancio.

Gli investitori temono inoltre che il governo possa cercare di aumentare il deficit di bilancio del prossimo anno, il che porterebbe l’Italia in rotta di collisione con la Commissione Europea e con gli invetsitori che vorrebbero vedere una riduzione del deficit.

Il cambio EUR/USD si attesta a 1,1718 dopo essere sceso al minimo di 1,1685 in precedenza, minimo dal 20 settembre.

4. Attesi dati USA sulle vendite di case in corso e sugli ordinativi di beni durevoli

Per oggi è prevista una raffica di dati economici USA, con gli investitori alla ricerca di indizi sulla forza dell’economia e sui futuri aumenti della Fed.

I dati finali sul PIL del secondo trimestre saranno pubblicati alle 8:30 ET (12:30 GMT), ma probabilmente non cambierà molto rispetto all’ultimo report. Alla stessa ora sono attesi i dati sugli ordinativi di beni durevoli e quelli sulle richieste di sussidio di disoccupazione.

Gli investitori presteranno molta attenzione ai dati sulle vendite di case in corso di agosto, che saranno pubblicati alle 10:00 ET (14:00 GMT). Il settore è sembrato traballante a luglio, ma le vendite di case nuove ad agosto hanno sorpreso al rialzo.

Gli economisti prevedono che le vendite di case in corso siano scese dello 0,2% rispetto al mese scorso, in confronto allo 0,7% della lettura precedente.

5. Impennata del prezzo del greggio nei timori per l’imminente carenza di scorte

Il prezzo del greggio schizza tra i timori per l’imminente carenza di forniture quando saranno riapplicate le sanzioni contro l’Iran, un importante produttore, il 4 novembre.

I future del greggio Brent scambiati sulla borsa di Londra salgono dello 0,8% a 81,44 dollari al barile rispetto all’ultima chiusura, non lontano dal massimo di 82,55 dollari di martedì, il massimo dal novembre 2014.

Il prezzo del greggio USA sale dello 0,95% a 72,27 dollari, riavvicinandosi al massimo di martedì di 72,75 dollari, il massimo dall’11 luglio.

L’imminente calo delle forniture dall’Iran ha fatto schizzare il prezzo del greggio, con l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio e i membri non-OPEC, tra cui la Russia, che hanno una capacità di scorte insufficiente ad aumentare la produzione per compensare la diminuzione delle scorte globali.

Mentre i mercati globali sono in tensione, l’aumento della produzione USA dimostra che le scorte della nazione restano abbondanti.

Nel report settimanale di ieri la Energy Information Administration ha reso noto che la produzione petrolifera USA ha raggiunto la cifra record di 11,1 milioni di barili al giorno la scorsa settimana.

Le scorte hanno registrato un aumento di 1,85 milioni di barili a 395,99 milioni di barili la settimana scorsa, in base ai dati EIA, contro le aspettative di un calo di 1,27 milioni di barili.

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