Di Mauro Speranza
Investing.com - I MiniBot stanno spargendo per l’Europa il timore che l’Italia voglia davvero uscire dall’eurozona. Recentemente, infatti, il Parlamento ha approvato una mozione, seppur non vincolante, in cui si chiedeva al Governo di prendere in considerazione l’emissione dei cosiddetti Mini-Bot, ovvero dei Btp di piccolo taglio e senza scadenze.
Si tratta di una proposta ideata dall’economista della Lega Claudio Borghi, col fine di ripagare i debiti della pubblica amministrazione da parte delle aziende. Lo Stato, secondo la teoria di Borghi, pagherebbe i propri creditori con questi strumenti, permettendo poi a privati e aziende di utilizzarli per l’acquisto di beni e servizi legati allo Stato come le tasse, la benzina o i biglietti del treno.
Seppure pensati per il pagamento dei debiti, questi non avrebbero scadenza, pertanto si configuerebbero come nuova moneta, la cui emissione è vietata dall’articolo 106 del Trattato di Lisbona, che assegna solo alla Banca centrale europea tale potere.
Una sorta di ‘cavallo di troia’, dunque, che secondo molti nasconderebbe la ‘voglia di uscita dall’euro’ dei partiti che hanno proposto la sua introduzione, ovvero la Lega e Forza Italia (promotore della mozione approvata), a cui è arrivato l’appoggio da parte del Partito Democratico e di +Europa, poi descritto come un ‘errore tecnico’.
“L’emissione di MiniBot sarebbe considerata come un primo passo verso la creazione di una valuta parallela e una mossa preparatoria all’uscita dell’Italia dall’Eurozona”, spiegano gli analisti di Moody’s, la quale considera questo strumento un "fattore negativo sulla valutazione del rating dell’Italia".
Preoccupazioni che arrivano anche dalla Germania, dove la Bundesbank guidata da uno dei probabili successori di Draghi alla Bce, Jens Weidmann, considerato un ‘falco’ in materia monetaria.
Pochi giorni fa, l’istituto centrale tedesco aveva stilato un’analisi dei rischi che corre la Germania nel caso in cui l’Italia emettesse una ‘moneta parallela’, in quanto creditrice del nostro paese.
I tedeschi, infatti, detengono un credito di quasi 1 trilione di euro, il 27% del suo Pil. L’introduzione dei MiniBot, considerati una moneta parallela, spingerebbero l’italia fuori dall’eurozona e quindi la Germania e tutti gli altri paesi creditori sarebbe costretta a pagare il default.
Ai “contribuenti tedeschi, olandesi, francesi e finlandesi toccherebbe firmare ‘grossi assegni per salvare le banche centrali’, spiega il Telegraph, in quanto tali costi resterebbero in capo alle altre singole banche centrali.
Sulla vicenda era intervenuto anche Mario Draghi, nel corso della sua conferenza post-meeting della Banca centrale europea. “I Minibot o sono moneta e allora sono illegali o sono debito e quindi lo stock sale”, aveva spiegato, non vedendo “una terza possibilità”. “Non mi sembra che i mercati valutino positivamente questa idea”, aveva chiuso l’argomento Draghi.
Oltre a far presagire un’uscita dall’euro, i MiniBot potrebbero non risolvere il problema del deficit italiano, così come nelle intenzioni di chi li propone. “Pensare che il problema del debito pubblico sia risolvibile con i MiniBot è come provarci con i soldi del Monopoli”, ringhiava il Presidente dei Gioveni imprenditori di Confindustria, Alessio Rossi.