Gli esperti del bond market di J.P. Morgan AM analizzano il voto europeo: agli investitori conviene dimenticare l’Europa, oppure ci sono opportunità di acquisto? Cruciale la scelta di Paesi ed emissioni
Nelle elezioni per il Parlamento europeo i partiti populisti come il Raggruppamento Nazionale in Francia e il neonato Brexit Party nel Regno Unito si sono piazzati al primo posto nei rispettivi Paesi, ma anche i partiti dichiaratamente filoeuropei hanno ottenuto buoni risultati. Ciò che emerge è una diffusa sfiducia nei confronti dei partiti centristi nazionali, piuttosto che un’opposizione generalizzata all’Unione Europea. È possibile che una delle principali cause di malessere sia la performance economica ostinatamente sconfortante dell’Europa, anche se i dati macro sono contrastanti, con gli indici Pmi deludenti, ma il clima di fiducia rilevato dalla Commissione segnala un’incoraggiante ripresa. Sul fronte aziendale gli utili del primo trimestre hanno nel complesso battuto le stime, mentre gli indicatori del mercato del credito non suscitano particolari preoccupazioni, con le aziende che continuano ad avere agevole accesso ai finanziamenti.
COME AFFRONTARE IL “RISCHIO IDIOSINCRATICO”
Questo scenario induce il team Global Fixed Income, Currency and Commodities di J.P. Morgan AM a togliere dalla lista almeno uno degli eventi di rischio da monitorati. Infatti, scrivono gli esperti della grande casa d’investimento americana, una volta metabolizzato l’esito del voto, gli investitori potrebbero addirittura approfittarne per sfruttare il miglioramento delle valutazioni degli attivi europei più rischiosi. Secondo il Bond Bulletin di J.P. Morgan AM, che passa in rassegna gli aspetti chiave per gli investitori obbligazionari attraverso il quadro comune della ricerca basata su fattori fondamentali, di valutazione quantitativa e tecnici, le conseguenze in senso più ampio del crescente supporto per i partiti populisti non si sono ancora manifestate, ma è chiaro che la scelta dei Paesi e delle emissioni sarà sempre più cruciale per affrontare l’aumento del “rischio idiosincratico”, vale a dire quello relativo a una specifica categoria di strumenti finanziari, che di solito viene contrastato con la diversificazione...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge