MILANO (Reuters) - Nel corso del 2016 gli investitori esteri hanno alleggerito la propria esposizione ai titoli di Stato italiani al ritmo di 4,1 punti percentuali rispetto al Pil, riduzione superiore a quella di 3,1% sui governativi tedeschi e di 1,8% sui Bonos spagnoli.
Lo dice un rapporto Bce dedicato ai flussi netti di portafoglio e investimenti, da cui emerge invece un aumento delle posizioni in carta francese pari a 1,2% sempre rispetto al prodotto interno lordo.
A livello aggregato di intera zona euro, il 2016 è il primo anno dal 1999 -- ai tempi dell'introduzione dell'euro -- in cui gli investitori esteri risultano venditori netti, mentre gli investitori nazionali mostrano una tendenza a trasferire all'estero i risparmi, in fuga dai rendimenti ridotti all'osso e dai timori di rottura dell'unione europea.
Nel caso degli investitori esteri i flussi in uscita sull'intero 2016 ammontano a 192 miliardi di euro, contro i 30 miliardi in entrata con cui si è concluso il 2015.
Sul totale di 192 miliardi, le vendite appaiono concentrate per 116 miliardi su titoli di Stato e in larga parte da mettere in relazione al programma degli acquisti Qe esteso da marzo 2015 ai governativi.
Dai dati Bce emergono inoltre importanti flussi in uscita dal debito bancario, mentre la sottoscrizione di strumenti equity risulta più che dimezzata.
"Differenziali tra tassi che rimangono negativi rispetto alle altre economie avanzate sono uno degli elementi chiave a monte della riuduzione del portafoglio da parte degli investitori esteri. La tendenza si è accentuata nella seconda parte dell'anno e potrebbe essere messa in relazione al referendum per l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea" scrive il rapporto.