ROMA (Reuters) - Il governo esclude una manovra correttiva nel 2018 e annuncia un confronto con la Commissione europea per rivedere al rialzo il rapporto deficit/pil del 2019, senza compromettere la dinamica discendente del saldo strutturale.
Lo dice il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, illustrando alle Camere le linee d'azione del suo dicastero.
"Non è intenzione del governo adottare alcuna misura correttiva in corso d'anno", ha detto Tria spiegando che l'andamento del fabbisogno nel primo semestre è "in linea se non migliore" di quanto previsto dal precedente esecutivo, che nel Def ha stimato un indebitamento tendenziale all'1,6% del Pil per l'intero 2018.
Raggiungere un rapporto deficit/pil pari allo 0,8% nel 2019, come stima il Documento di economia e finanza, implica invece "un aggiustamento troppo drastico" e l'esecutivo, prosegue Tria, non ritiene "utile adottare politiche pesantemente pro cicliche" qualora fossero confermati i dati sul rallentamento della produzione e sulla discesa delle esportazioni.
"Pur in un quadro generale positivo, gli indicatori suggeriscono che la crescita dell'economia sia continuata a tutto il secondo trimestre a un ritmo inferiore al 2017. Stime interne più recenti indicano per il secondo trimestre un ritmo analogo al primo. Ci sono rischi per una moderata revisione al ribasso della stima per il 2018".
Il Def assume infatti un'espansione dell'1,5% quest'anno e dell'1,4% nel 2019.
L'intendimento del governo è quindi sostenere la fase di ripresa anche attraverso un aumento del deficit nel 2019. "Ci adopereremo per avere dall'Europa e da questo Parlamento spazi di manovra per realizzare le misure del programma", dice Tria.
"Inoltre continueremo a muoverci in una direzione per cui non vi sarà un peggioramento del saldo strutturale", calcolato cioè al netto del ciclo e delle una tantum.
Nel Def il deficit strutturale è visto migliorare progressivamente dall'1% di quest'anno allo 0,4% del prossimo, mentre il 2020 dovrebbe chiudersi con un lieve avanzo.
(Giuseppe Fonte)