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Ue, in crescita il numero di diagnosi di HIV nel 2023: i dati del nuovo rapporto Oms

Pubblicato 28.11.2024, 22:30
© Reuters.  Ue, in crescita il numero di diagnosi di HIV nel 2023: i dati del nuovo rapporto Oms

In vista della Giornata mondiale per la lotta contro l'AIDS, che si tiene il 1° dicembre, il nuovo rapporto di sorveglianza sull'HIV/AIDS 2024 pubblicato dall'Ufficio regionale per l'Europa dell'Oms e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) mostra che il numero di nuove diagnosi di HIV in Europa è aumentato nel 2023 e quasi tutti i Paesi hanno riportato casi, secondo le autorità sanitarie europee.

Dall'inizio della diffusione massiccia del virus HIV/AIDS nei primi anni Ottanta, nei 53 Paesi che compongono la regione europea dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), sono state diagnosticate più di 2,6 milioni di persone con l'infezione da HIV.

Secondo il rapporto, nel 2023 ci sono state 113 mila nuove diagnosi di HIV in 47 Paesi europei, con un aumento del 2,4 per cento rispetto al 2022.

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I risultati arrivano pochi giorni dopo che i ricercatori hanno riportato sulla rivista Lancet HIV che a livello globale il numero di nuove infezioni da HIV è diminuito del 21,9 per cento tra il 2010 e il 2021, passando da 2,11 milioni a 1,65 milioni.

Tuttavia, l'Europa centrale e orientale ha registrato un aumento dell'incidenza dell'HIV e dei decessi.

Otto Paesi hanno registrato il record di nuovi casi nell'ultimo decennio

Secondo il nuovo rapporto, l'anno scorso 21 Paesi europei hanno avuto un numero di diagnosi superiore a quello del 2022, e otto - Azerbaigian, Finlandia, Islanda, Irlanda, Kazakistan, Lituania, Malta e Montenegro - hanno registrato il numero più alto di nuovi casi in un anno nell'ultimo decennio.

Secondo gli autori dello studio, l'aumento è probabilmente dovuto al fatto che i Paesi stanno effettuando un maggior numero di test, il che riflette una "ripresa" dell'individuazione dell'HIV dopo il calo registrato durante la pandemia Covid-19.

Secondo il rapporto, però, l'Europa sta affrontando anche le sfide della prevenzione, dato che circa il 30 per cento delle persone affette da HIV non conosce il proprio stato.

Mentre la maggior parte dei pazienti sieropositivi nell'Unione europea conosce il proprio stato, in Europa orientale solo il 60 per cento dei pazienti sa di avere l'HIV.

In Islanda, Liechtenstein e Norvegia, i pazienti diagnosticati tardivamente rappresentano circa la metà di tutte le diagnosi di HIV nel 2023.

Circa 630 mila decessi legati all'AIDS nel 2023: le cure

L'infezione da HIV non può essere curata, ma può essere gestita come condizione di salute cronica con l'aiuto dei farmaci antiretrovirali, che mantengono il virus a livelli sufficientemente bassi da permettere al sistema immunitario del paziente di funzionare normalmente.

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Ma più tardi viene diagnosticata, più è probabile che l'HIV progredisca fino all'AIDS, che secondo l'Unaids ha ucciso circa 630 mila persone nel mondo nel 2023.

L'Europa "ha compiuto notevoli progressi nel migliorare l'accesso ai test e nel ridurre il numero di persone che vivono inconsapevolmente con l'HIV, ma abbiamo ancora molto lavoro da fare", ha dichiarato in un comunicato il capo dell'Ecdc, Pamela Rendi-Wagner.

Ha chiesto sforzi più mirati per garantire che i gruppi vulnerabili possano accedere alla prevenzione, alla diagnostica e al trattamento.

Nel frattempo, il dott. Hans Henri Kluge, direttore regionale dell'Oms Europa, ha dichiarato che è necessario lavorare di più per combattere lo stigma e la discriminazione e che sono necessari maggiori finanziamenti per sostenere i test e la prevenzione e fermare la diffusione dell'HIV.

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