Di Geoffrey Smith
Investing.com - La Cina, che ha scatenato la peggiore contrazione economica dalla Grande Depressione permettendo al virus Covid-19 di diffondersi, è emersa dalla crisi con uno stato di salute migliore rispetto a tutte le altre economie del mondo.
Il Fondo Monetario Internazionale ha dichiarato la scorsa settimana di prevedere una crescita dell’1,9% per l’economia cinese quest’anno, mentre tutte le altre economie del G20 sono destinate a crollare.
I nuovi dati rilasciati questa settimana a Pechino indicano che il FMI forse è stato anche troppo pessimista: il GDP è salito del 4,9% nel terzo trimestre su base annua ed è salito del 2,5% dal secondo trimestre. La produzione industriale è cresciuta del 6,9% su base annua e le vendite al dettaglio sono aumentate del 3,3% rispetto allo scorso anno.
Anche se è risaputo che la Cina riesce a generare i dati statistici sul PIL che vuole, il quadro è chiarissimo: la stretta draconiana sulla vita sociale di gennaio e febbraio ha permesso una ripresa più forte rispetto a tutti gli altri paesi del mondo.
I mercati di Europa e Giappone impallidiscono al confronto. Per l’India, che ha un potenziale di crescita nel breve termine paragonabile alla Cina, il FMI ha previsto il maggiore calo del PIL dell’anno, a causa dell’incapacità di contenere in virus nelle sue affollatissime città e nell’hinterland. Con i suoi 7,6 milioni di casi è seconda solo agli 8,2 milioni degli USA.
Per il PIL del Brasile è previsto un crollo del 5,2% quest’anno. Brasile e India hanno sono al secondo e terzo posto per numero di vittime del virus, ma è possibile che il conteggio sia superiore ai dati ufficiali.
I vari gradi di successo nella lotta al virus si riflettono anche nello stato di salute dei mercati azionari e valutari di questi paesi.
Nonostante un peggioramento drastico delle relazioni con USA e India, un altro importante partner commerciale, lo yuan cinese è schizzato al massimo di due anni contro il dollaro ad Ottobre, mentre l’indice Shanghai and Shenzhen SZSE è l’unico indice del mondo che ha superato il Nasdaq quest’anno. Tutti i principali indici cinesi sono in salita quest’anno, mentre il Nifty indiano ed il Bovespa brasiliano sono rispettivamente in calo del 2,2% e del 15%. In Russia l’indice RTSI segna la peggiore performance in tutti i grandi mercati emergenti, con un crollo del 27%.