Di Alessandro Albano
Investing.com - La riunione di giovedì della Banca Centrale Europa, con decisione prevista alle 13:45 CEST, è stata raccontata come un appuntamento noioso e con poche sorprese rispetto al tanto atteso incontro di dicembre, dove la banca discuterà del programma Pepp. Ma con le aspettative d'inflazione oltre il 2%, e colli di bottiglia in molte delle supply chain, è legittimo attendersi qualche presa di posizione.
Nel meeting di settembre, il governing council di Francoforte ha deciso di ridurre il ritmo del Pepp in maniera "moderatamente inferiore rispetto ai due trimestri precedenti", segnalando una cambiamento di atteggiamento da parte della banca, e ha aggiornato le proiezioni macro per il prossimo biennio: Pil al +4,6% nel 2021, +4,7% nel 2022 e un +2,1% nel 2023, mentre l'inflazione è stata stimata al 1,9% a fine anno, al +1,5% nel 2022 e al +1,4% nel 2023.
Aspettative d'inflazione
Secondo gli analisti di Nordea Bank (LON:0N4T)," è possibile che qualche indicazione sull'inasprimento della politica monetaria possa comparire già giovedì, dominando gli occhi dei mercati finanziari". Le aspettative d'inflazione sui 5 anni sono ora "vicine all'obiettivo della BCE", con alcuni dei membri del Consiglio direttivo più aggressivi che "sono già preoccupati per le prospettive di inflazione".
Per gli esperti della banca danese, la decisione di porre fine al Pepp avverrà "nel primo trimestre del prossimo anno" insieme ad un aumento del Programma di acquisto di attività (APP)", ora a 20 miliardi di euro mensili. "Gli sviluppi internazionali manterranno l'attenzione del mercato sull'inflazione, il che dovrebbe mantenere una pressione al rialzo sui rendimenti in euro", affermano.
Forward guidance
Con l'addio imminente del presidente della Bundesbank e membro più longevo del governing council, Jens Weidmann, il prossimo meeting della Banca Centrale potrebbe vedere un'accelerazione dei piani di tapering, vista la pressione sui rendimenti obbligazionari che riflette le aspettative dei mercati di banche centrali più aggressive su entrambe le sponde dell'Atlantico.
"In Europa - spiega Gergely Majoros, membro del Comitato Investimenti di Carmignac - i mercati obbligazionari indicano l'inizio del ciclo di rialzo dei tassi di interesse già a fine 2022, in netto contrasto con la nuova forward guidance della BCE, le cui condizioni non saranno soddisfatte a questo punto".
In altre parole, giovedì la BCE dovrà difendere la credibilità degli impegni presi ad inizio estate, "cercando di prevenire un brusco deterioramento delle condizioni finanziarie nella regione nei prossimi mesi".
In queso senso, afferma l'esperto, "uno scenario realistico per la BCE per raggiungere questo obiettivo sarebbe quello di sostituire il PEPP con un programma più limitato e temporaneo "post-pandemia". In questo scenario, la transizione per i mercati dei tassi dal PEPP al vecchio programma di acquisto di asset (APP) sarebbe molto più agevole, e darebbe alla BCE più flessibilità rispetto all'APP per raggiungere i suoi obiettivi".
Per queste ragioni, la prossima riunione potrebbe essere importante. La BCE potrebbe non solo ribadire la sua forward guidance, ma anche "offrire maggiori informazioni sulle prospettive di acquisto di obbligazioni in Europa, prima dell’incontro chiave di dicembre".