I fondamentali USA sono forti a dispetto del virus e la Fed di Atlanta addirittura alza le stime del primo trimestre. Invece in Europa si guarda con preoccupazione al declassamento dei bond corporate. Giovedì 12 marzo arriva la Bce
FONDAMENTALI SOLIDI DELL’ECONOMIA USA, ANCHE GLI INDICATORI TECNICI NON SEGNALANO ALLARME
Guardare i fondamentali è sempre un esercizio utile, ma quando irrompono fattori esterni imprevedibili come il coronavirus non è inutile anche uno sguardo ai fattori tecnici di mercato. I dati macro fotografano il passato, anche se recentissimo, e quelli che arrivano dagli Usa parlando di un’economia che continua l’espansione a un passo moderato: la disoccupazione cala oltre le attese, dal manifatturiero vengono segnali di recupero, l’inflazione manda segnali di risveglio e la Fed di Atlanta addirittura il 6 marzo ha aumentato le stime di crescita del PIL del primo trimestre al 3,1% dal precedente 2,7%. Un quadro decisamente positivo che però contrasta con i segnali che manda il mercato dei T-bond, dove il rendimento del decennale è precipitato allo 0,76%. La curva dei tassi però non si è invertita a il long-bond continua a rendere 25 punti base più della scadenza a 2 anni. Inoltre lo spread tra il rendimento del T-bond e il rendimento dei dividendi dello S&P 500 resta a distanza di sicurezza, e non segnala una crisi finanziaria in arrivo. Anche perché lo stesso S&P 500 sembra aver trovato un trading range nel canale tra 2.855 e 3.136...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge