Investing.com – Salvo imprevedibili sorprese o shock esterni, “i rialzi dei tassi Bce sono finiti”. Parola di François Villeroy de Galhau, governatore della Banca di Francia e membro del consiglio direttivo della Banca centrale europea.
Come riporta Milano Finanza, il banchiere, ai microfoni di Radio Classique, ha evidenziato che l’inflazione nell’Eurozona a ottobre è stata meno di un terzo di quello dell’anno prima (2,9% contro 10,6%). La tendenza è “chiaramente al ribasso”, ha osservato, prima di precisare che, seppur sia "troppo presto per parlare di un taglio, arriverà il giorno della riduzione quando tutti saranno convinti del ritorno dell’inflazione al 2%”.
L'inflazione cala grazie agli energetici e i tassi stritolano l'economia
Gli occhi del regolatore sono puntati sui salari di inizio 2024 e le proiezioni macroeconomiche di marzo. In base alle ultime dichiarazioni ufficiali della Bce, a Francoforte sono convinti che l’attuale livello dei tassi d’interesse darà un impulso significativo nel riportare l’inflazione all’obiettivo del 2%. Contributo che al momento si è fatto sentire solo in parte visto che, come dimostrano gli ultimi dati Eurostat sui prezzi alla produzione, la frenata dell’inflazione nell’Eurozona è dovuta al calo degli energetici più che alla stretta monetaria Bce.
Su questo fronte, a un mese dallo scoppio del conflitto tra Israele e Hamas, nemmeno l'instabilità in Medio Oriente sta riaccendendo la corsa dell'energia. Il prezzo del Brent Future Petrolio Brent, anche se da mercoledì è in lieve recupero, nell’ultima settimana è sceso ancora, da 86 a 80 dollari al barile circa. Lo stesso dicasi per il Wti Future Petrolio Greggio WTI, in calo da 81 a 76 dollari al barile. Una buona notizia per l'inflazione, in attesa che i rialzi dei tassi assestino il colpo definitivo per arrivare al 2%.
La stretta monetaria, al contrario, sta già mostrando ampiamente i propri effetti sull’economia, con la produzione manifatturiera e l’attività terziaria in piena contrazione (l’indice Pmi composito a ottobre ha toccato i minimi degli ultimi 3 anni) che stanno trascinando l’area euro verso la recessione.
E' arrivato il tempo delle Colombe
Allo stesso tempo i dieci rialzi consecutivi dei tassi Bce, seguiti dalla pausa di ottobre, hanno fatto contrarre ulteriormente l’offerta di credito a famiglie e imprese, ponendo un freno ad investimenti e progetti futuri. Da solo, un tasso di disoccupazione stabile tra 6,4 e 6,5% sembra insufficiente a giustificare un ulteriore rialzo da qui a fine anno. Dunque, con buona pace dei falchi che, come Isabel Schnabel, non escludono una nuova stretta, sembra giunto ormai il tempo delle colombe.
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