Di Laura Sanchez e Alessandro Albano
Investing.com - Non è la prima volta che emergono critiche nei confronti dell'inasprimento monetario che la Bce sta attuando da ormai un anno. Una stretta che ha visto salire il costo dell'euro così rapidamente da passare dallo 0% di inizio 2022 all'attuale 3,75%.
Nell'ultimo report settimanale di Bank of America (NYSE:BAC) sull'economia europea, il capo economista Rubén Segura-Cayuela ha scritto che "sebbene sian evidente la persistenza dell'inflazione di fondo, guardando anche al 2024 i vari indicatori di domanda e offerta suggeriscono che il problema dell'inflazione non richiede una stretta così brusca come quella che la BCE finirà per imporre".
La banca d'affari si aspetta che l'inflazione di fondo, ora al 5,6%, possa diminuire più rapidamente visto che il quadro generale rimane quello di "un'economia debole con una domanda interna persistentemente debole", con l'economia tedesca che tornata "al di sotto dei livelli pre-Covid"
"La debolezza della domanda, insieme alla tenuta dell'offerta, suggerisce che il problema dell'inflazione nell'Eurozona probabilmente non richiedeva il tipo di stretta monetaria che la BCE finirà per imporre", spiega l'economista di BofA.
Vedendo i rialzi precedenti e un'inflazione di fondo più persistente, BofA sottolinea come "la bilancia dei rischi propenda per un rialzo anche nel meeting di settembre, vale a dire un tasso terminale del 4% (deposti rate), contro la nostra ipotesi di base del 3,75%".
Bank of America vede rischi di rialzo in Europa. "Chiaramente, i rischi sono ancora orientati verso: i) un altro shock dei prezzi dell'energia nel corso dell'anno, prima dell'inverno; e ii) un rallentamento del core", osservano.
Le stime della banca americana sulla Bce seguono di qualche giorno le previsioni fatte da HSBC (LON:HSBA), secondo cui il tasso di deposito della Bce potrebbe toccare il 4% entro la fine dell'estate, quindi due aumenti di 25 pb a luglio e settembre, oltre al rialzo di un quarto di punto per il prossimo di meeting di giugno.
Anche dalla banca inglese hanno messo in evidenza dei rischi di un costo del credito così elevato scrivendo che la trasmissione delle politiche monetarie funziona "con ritardi lunghi e variabili", e che la "forte dipendenza" dell'Eurozona dai prestiti bancari implica un rischio più elevato di un eccessiva stretta, con "conseguenze negative sui costi di finanziamento delle banche e sugli spread dei titoli di Stato".
In Bce, tuttavia, tirano dritto. Recentemente in occasione del G7 il presidente della Bundesbank Nagel, tra i più falchi del consiglio direttivo, ha ripetuto che l'inflazione "rimane vischiosa" e che la Bce potrebbe continuare ad alzare i tassi anche dopo l'estate con un certo consenso presente del board della banca.
"I dati non ci consentono di prendere in considerazione la possibilita' di cambiare la nostra opinione secondo cui saranno necessari ulteriori aumenti dei tassi, e cio' vale anche oltre la pausa estiva", aveva detto il banchiere.
Intanto, secondo il sondaggio Bce sulle aspettative dei consumatori valido per il mese di marzo è emerso che le aspettative di inflazione dei consumatori sono "aumentate in modo significativo", e le attese di crescita sui salari nei prossimi 12 mesi sono rimaste "sostanzialmente stabili", mentre sono "aumentate ulteriormente" le previsioni per un rincaro della spesa.
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