Di Alessandro Albano
Investing.com - Restano sostenuti i rendimenti dei titoli di Stato dell'area euro dopo la svolta aggressiva della Banca Centrale Europea nella riunione della scorsa settimana. Sul mercato secondario, il Btp a 10 anni rende l'1,8% con spread sul Bund a 158 punti base, mentre il biennale si calma allo 0,25% dopo lo 0,44% toccato lunedì. Aumenta anche il costo del rischio, con i CDS a 5 anni valutati a 95,8 (+12% su base settimanale).
Dopo la confusione di giovedì scorso, la presidente Lagarde ha provato a correggere il tiro nell'audizione di ieri al Parlamento Europeo affermando che l'inflazione della zona euro (ora al 5,1% YoY) "potrebbe stabilizzarsi intorno al 2%", e non ci sono segnali che "richiedano una stretta significativa della politica monetaria".
"Dobbiamo tenere a mente che le condizioni della domanda nella zona euro non mostrano gli stessi segnali di surriscaldamento che si possono osservare in altre grandi economie", ha detto Lagarde alla commissione per i problemi economici e monetari di Bruxelles. "Questo fattore aumenta le probabilità che le attuali pressioni sui prezzi si plachino prima di consolidarsi, permettendoci di raggiungere il nostro obiettivo del 2% nel medio termine".
Parole molto diverse da quelle espresse la scorsa settimana, quando l'ex FMI ha di fatto aperto ad un aumento dei tassi di interesse nel corso dell'anno - il primo dal 2011 - sottolineando come la riunione del 10 marzo sarà "cruciale" per decidere il ritmo della fine del QE.
Con il mercato del credito che ora prezza un aumento complessivo di 50 punti base nel 2022, gli analisti di Goldman Sachs (NYSE:GS) prevedono "due rialzi dei tassi di 25 pb a settembre e dicembre 2022, con acquisti di asset che termineranno nel secondo trimestre del 2022".
In una nota di ricerca, la banca d'affari ha rivisto al rialzo le previsioni sui rendimenti dei Bund a 10 anni a fine 2022 allo 0,50% con "una continua pressione sui tassi a 2 anni in Europa e un ulteriore appiattimento della curva".
"La grande domanda per la BCE è la reazione degli spread sovrani. Nel breve termine ci aspettiamo che la forbice BTP-Bund si allarghi verso 175 pb a causa del ridotto supporto del QE, ma alla fine una migliore crescita dovrebbe stabilizzare gli spread prima del ritiro del programma della BCE", scrivono gli esperti di Goldman.
"Gli spread stanno rifiutando un'uscita anticipata dalla BCE, in quanto un qualsiasi inasprimento della BCE esporrà le fragilità dei mercati obbligazionari dell'Europa meridionale, che potrebbero mettere a rischio l'intero processo di tightening".
Guardando altrove, il cambio di regime delle banche centrali ha portato il Treasury decennale all'1,96% (massimi da dicembre 2019), e il Gilt britannico a 10 anni all'1,44% (tasso dell'ottobre 2018). Un segnale, spiegano ancora da Goldman parlando del titolo di Londra, "dell'atteggiamento della BoE nei confronti dell'inflazione", che suggerisce "un ulteriore aumento del Gilt".