Peggio della crisi dei mutui subprime del 2007, peggio del dopo undici settembre, la recessione peggiore dalla seconda guerra mondiale. Si dice questo e altro di questi giorni bui in cui l'economia pure si ammala di coronavirus. L'agenzia internazionale per il lavoro delle Nazioni Unite, Ilo, ha fatto i conti. "Nel 2008-2009, abbiamo perso qualcosa come 22 milioni di posti di lavoro nel mondo. Noi prevediamo che nel secondo quadrimestre di quest'anno si perderanno ore lavorate per un equivalente di 195 milioni di posti di lavoro al mondo", ha spiegato Guy Ryder, il direttore dell'ILO che prevede che il 6,7 % delle ore lavorate nel secondo quadrimestre del 2020 andrà bruciato, un monte pari a 195 milioni di posti di lavoro full time.
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Noi prevediamo che nel secondo quadrimestre di quest'anno si perderanno ore lavorate per un equivalente di 195 milioni di posti di lavoro al mondoGuy Ryder Direttore generale ILO
Le misure di confinamento che toccano ormai a oltre la metà della popolazione mondiale, interessano 2,7 miliardi di lavoratori, circa 81 % della forza lavoro mondiale.
Il prezzo da pagare per l'Unione europea, se procede in ordine sparso, stavolta potrebbe essere alto se è vero che l'unione fa la forza e che, come spiega l'ILO, l'Europa rischia di perdere 12 milioni di posti di lavoro. I Paesi arabi ne rischiano 5 milioni, il resto dell'Asia 125 milioni. Un'ecatombe che tocca in primis il turismo e la ristorazione poi le attività commerciali e amministrative.