Capital Group sottolinea che la rinuncia diffusa alla cedola sul 2019 è spesso dovuta a cause di forza maggiore e non è per forza un segnale di debolezza dei bilanci societari. Meglio concentrarsi su chi uscirà meglio dalla crisi
La tendenza a vedere ogni crisi come la “peggiore di sempre” è diffusa e ricorrente, ma l’approccio migliore è concentrarsi su cosa cambierà e cosa tornerà alla normalità, nel 2021 o nel 2022. Alcune aziende subiranno cambiamenti positivi di lungo termine della domanda, come quelle che offrono servizi digitali, ma potranno tranne beneficio anche business più tradizionali, come le assicurazioni sulla vita, altre invece stanno soffrendo forti cali della domanda: alcune si riprenderanno, altre potrebbero scoprire che la flessione è più a lungo termine, come ad esempio il real estate commerciale.
LA CRISI ATTUALE È DIVERSA DA QUELLA DEL 2008, DALLA CINA INDICAZIONI SULLA VIA D’USCITA
Partendo da queste considerazioni, Richard Carlyle, Investment Director di Capital Group, affronta il tema del dei dividendi da parte di molte società in tutto il mondo a seguito dell’emergenza pandemia, in un commento che invita gli investitori a guardare al bicchiere “mezzo pieno”. L’esperto di Capital Group sottolinea le differenze con la crisi del 2008-09: questa volta l’economia globale e i mercati finanziari saranno messi a dura prova per un certo periodo e i leader di governo dovranno prendere decisioni difficili, ma la Cina ha superato la pandemia adottando tempestivamente misure molto severe, dando un’idea di come potrebbe essere la situazione per gli Stati Uniti e per l’Europa in futuro...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge