Investing.com - In una decisione che è stata interpretata come un ritorno alla politiche monetarie ortodosse, il rieletto presidente turco Erdogan ha nominato Hafize Gaye Erkan come la nuova presidente della banca centrale turca al posto di Sahap Kavcioglu.
Erkan, che si appresta a diventare la prima donna a capo dell'autorità monetaria turca, viene da un'esperienza internazionale che l'ha vista ai vertici di Goldman Sachs (NYSE:GS). Ma soprattutto è stata la co-Ceo della First Republic Bank, la banca regionale Usa al centro delle turbolenze bancarie di marzo poi rilevata da JP Morgan (NYSE:JPM) in seguito al fallimento controllato con le autorità bancarie americane.
Bisogna precisare tuttavia che il crollo della banca di San Francisco è arrivato più di un anno dopo le dimissioni di Erkan da co-direttore generale.
Ad indicare un possibile cambiamento di politica, è anche la nomina di Mehmet Simsek come nuovo ministro del Tesoro e delle Finanze, una figura lontana dalle misure non ortodosse e che, in simbiosi con Erkan, potrebbe stingere le condizioni del credito e dare un pò di fiato alla lira turca.
Infatti, non sono stati giorni tranquilli per Ankara dopo le elezioni, con la lira turca che raggiunto nuovi minimi storici contro il dollaro, salito fino TRY23,2743. Un brutto colpo per l'inflazione che a maggio ha visto un leggero rallentamento al 39,6% grazie soprattutto alle forniture gratuite di energia da parte del governo anche in seguito al terremoto che ha colpito la regione ai confini con la Siria.
Inoltre, i dati pubblicati la scorsa settimana hanno mostrato che al 26 maggio le riserve valutarie nette della banca centrale sono scese al livello più basso mai registrato, con un valore negativo di 4,4 miliardi di dollari.
Sulla scia del rinnovamento del gabinetto, la banca d'investimento Goldman Sachs (NYSE:GS) ha rivisto le previsioni sulla lira turca, prevedendo un indebolimento della valuta a 28 contro il dollaro in 12 mesi, rispetto alla precedente previsione di 22.
“Questa stima riflette i differenziali d’inflazione e le pressioni esterne sulla lira e ipotizza anche un ritmo regolare di deprezzamento. Tuttavia, pensiamo che la nostra previsione a 12 mesi potrebbe essere raggiunta prima se l’aggiustamento del tasso di cambio continuerà ad essere più carico”, hanno scritto gli analisti della banca in una nota pubblicata mercoledì.