Il quadro reflazionistico indotto dal sostegno fiscale e monetario senza precedenti è coerente con una fase iniziale di ripresa economica dopo una contrazione, ed è positivo per gli asset a rischio
L’economia americana sta ripartendo più forte delle previsioni, con le stime di crescita del PIL che vengono riviste fortemente al rialzo, mentre l’amministrazione Biden mette mano a stimoli fiscali per migliaia di miliardi di dollari. Tra investitori e mercati comincia a serpeggiare il timore che forse si stia facendo non solo abbastanza, ma persino troppo per sostenere la riapertura e la crescita, con il possibile effetto di far rialzare la testa all’inflazione più di quanto la Federal Reserve sia disposta a tollerare, perché nel sistema alla fine ci sono più soldi da spendere in consumi che beni e servizi da comprare.
RITORNO AI TREND DI LUNGO PERIODO
Sono timori non condivisi da Michael Blümke, Senior Portfolio Manager di Ethenea Independent Investors, che sottolinea in un commento che “non siamo in presenza di un rischio inflazionistico a breve”. L’esperto di Ethenea spiega che dopo la pandemia del 2020, le misure di sostegno politico senza precedenti messe in atto dalle autorità monetarie e fiscali, insieme al progressivo lancio dei vaccini Covid-19, hanno stabilito le precondizioni per una reflazione economica globale “che comporta la prospettiva di un ritorno progressivo della produzione e dell’inflazione al loro trend di lungo periodo”...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge