Per Robert Lind (Capital Group) gli stimoli fiscali potranno combinarsi con il crollo dei prezzi del petrolio, che avrà un forte effetto di spinta per le economie più industriali, come la Germania, l’Italia e la Francia
Il calo dell’attività economica a seguito del blocco di tutto ciò che non è essenziale nelle principali economie mondiali sta provocando uno shock globale senza precedenti. “È probabile che il Pil diminuisca quest’anno tra il 5 e il 10%, a seconda di quanto si rivelerà grave la pandemia, anche se ci aspettiamo di assistere a un significativo rimbalzo entro l’anno e nel 2021”, fa sapere Robert Lind, Economista di Capital Group.
STAVOLTA I SERVIZI SOFFRONO PIÙ DEL MANIFATTURIERO
L’esperto, analizzando l’evoluzione di questa crisi, sottolinea una differenza sostanziale rispetto alle precedenti recessioni: stavolta non è il settore manifatturiero ad aver accusato la maggiore flessione, quanto piuttosto i servizi. Un fenomeno riconducibile principalmente alla natura dei blocchi: i governi hanno chiuso alberghi, ristoranti e turismo, che costituiscono gran parte del settore. “Sarà determinante per la ripresa la rapidità con cui si riesce a far tornare operativi i settori interessati dai servizi. Ciò dipende dalla misura in cui le aziende di questi settori saranno in grado di ripartire dopo un periodo di pausa nelle loro attività oppure costrette a chiudere definitivamente”, spiega Lind...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge