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I giganti sudcoreani dei chip superano le tensioni geopolitiche e investono miliardi nell'espansione nazionale e all'estero

Pubblicato 27.09.2023, 13:26
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L'industria sudcoreana dei semiconduttori, un settore chiave che rappresenta il 20% delle esportazioni nazionali, è alle prese con tensioni e incertezze geopolitiche. Nel quadro della guerra commerciale tecnologica tra Cina e Stati Uniti, la Corea del Sud si trova nel mezzo, poiché gli Stati Uniti cercano di limitare l'accesso della Cina ai chip avanzati con potenziali applicazioni militari. Questa situazione ha destato preoccupazione a Seul e ha innescato un'intensa attività di lobbying a Washington per salvaguardare gli interessi della Corea del Sud.

Le potenze nazionali dei semiconduttori, Samsung e SK Hynix, che detengono rispettivamente il 36% e il 25% del mercato globale dei chip di memoria, si trovano ad affrontare incertezze in quanto l'esenzione temporanea di un anno dalle norme sulle esportazioni sta per scadere. Le aziende hanno investito collettivamente oltre 52 miliardi di dollari in Cina, ma i loro legami sono tesi in queste circostanze geopolitiche.

In risposta a queste sfide, il governo sudcoreano sta lavorando allo sviluppo di un "mega-cluster" di semiconduttori per aumentare la produzione interna di chip. Il presidente Yoon Suk-yeol ha riconosciuto che le questioni geopolitiche pongono rischi commerciali significativi, definendo la competizione sui chip come una guerra totale.

Nonostante queste incertezze, Samsung ha recentemente annunciato un investimento di 17 miliardi di dollari per un nuovo impianto a Taylor, in Texas. Nel frattempo, la quota di fatturato di SK Hynix proveniente dalla Cina ha raggiunto quasi il 47% nel 2019. L'anno scorso, inoltre, l'azienda si è impegnata a investire 11 miliardi di dollari in un nuovo stabilimento in Corea del Sud.

Per sostenere il settore, Yang Hyang-ja, legislatore sudcoreano ed ex dirigente di Samsung, ha proposto tagli fiscali per i produttori di chip.

Dopo quasi un anno di ritardo, la Corea del Sud si è unita a Stati Uniti, Giappone e Taiwan nell'alleanza sui semiconduttori "Chip 4" proposta dal Presidente Biden. Questa mossa indica un cambiamento strategico verso la cooperazione con altri importanti Paesi produttori di chip per garantire la stabilità e la crescita di questo settore cruciale in mezzo alle tensioni geopolitiche in corso.

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