Per Neuberger Berman l’andamento dei prossini 12-18 mesi sarà influenzato dai progressi nella lotta al Covid, ma la pandemia comporterà cambiamenti nel lungo termine nel nostro modo di agire
Lo scorso anno si dibatteva sulla possibilità di essere arrivati alla fine di un lungo ciclo economico, nel 2020 la pandemia da coronavirus ha determinato una profonda recessione globale affrontata con decisioni di politica monetaria e fiscale prima di allora impensabili. Per il 2021, secondo i responsabili degli investimenti di Neuberger Berman, l’interrogativo è se il finanziamento dei disavanzi pubblici da parte delle banche centrali riuscirà, insieme alle dinamiche di inizio ciclo della ripresa post-pandemica, a portare a una crescita reflazionistica, oppure si ritornerà al clima di stagnazione strutturale post crisi finanziaria, caratterizzato da bassi tassi, bassa crescita, bassa inflazione e bassi rendimenti attesi. Se i progressi nella lotta contro il virus avranno un ruolo preponderante nel determinare i risultati nei prossimi 12-18 mesi, spiegano, è probabile che nel lungo termine sarà la risposta a questo interrogativo a determinarli.
IL VIRUS HA ACCELERATO ALCUNI TREND
A prescindere dai risultati ottenuti sul fronte vaccini, viene poi sottolineato, il coronavirus comporterà cambiamenti a lungo termine nel nostro modo di agire. Il fenomeno dello smart working è uno degli esempi più evidenti, ma c’è anche lo sviluppo accelerato di una sovrastruttura economica, commerciale e tecnologica bipolare, che vede da una parte il sistema che fa capo agli Stati Uniti e dall’altra quello che fa capo alla Cina. La pandemia ha poi accelerato una trasformazione digitale dei business model che interessa tutte le aziende, non solo quelle del settore tecnologico: chi produce beni strumentali dovrà sfruttare sempre più l’Internet of Things, tutte le aziende stanno spostando i dati nel cloud e l’e-commerce appare una scelta quasi obbligata...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge