Dopo un sollievo iniziale ha prevalso il timore per gli effetti su crescita e conti aziendali di una stretta monetaria prolungata fino alla sconfitta dell’inflazione, costi quel che costi. E le quotazioni affondano
Alla fine la Fed ha alzato i tassi di 0,75, per la terza volta consecutiva, meno del temuto (o forse sperato) punto pieno, che avrebbe forse potuto segnalare che il ‘lavoro’ di contrasto all’inflazione fosse vicino alla conclusione. All’inizio Wall Street non l’ha presa benissimo, viaggiava in territorio positivo fino a subito prima l’annuncio del Fomc, poi ha preso la direzione al ribasso. Ma solo per riportarsi in territorio positivo quando il numero uno della banca centrale Jay Powell ha preso la parola in conferenza stampa, per sottolineare l’impegno a contrastare l’inflazione, che ha contribuito a invertire ulteriormente la curva dei tassi americani, portando il rendimento delle scadenze più brevi dei Treasury a portarsi ancora più in alto di quelle a lungo termine.
OBIETTIVO ABBATTERE L’INFLAZIONE
Tassi in prospettiva in declino sui T-Bond a 10 anni e oltre sono una buona notizia per i titoli growth e in particolare i big tech, infatti il Nasdaq ha recuperato di più rispetto a Dow Jones e S&P 500. Ma poi sul mercato sono tornate le incertezze, e i tre indici di Wall Street hanno ripiegato pesantemente in rosso. L’S&P 500 ha perso l’1,73%, il Dow Jones l’1,7% e il Nasdaq l’1,79%. Tassi elevati per un periodo prolungato evidentemente spaventano gli investitori, su cui pesa un mare di incertezze, a partire dagli sviluppi del conflitto in Ucraina. In ogni caso, Powell ha sottolineato che l’obiettivo principale resta abbattere l’inflazione, anche a costo di danni all’economia. Alla fine Wall Street ha chiuso ai minimi di seduta, a conferma del fatto che l’emozione continua a prevalere e spinge gli investitoti a tenersi lontani dal rischio...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge