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L'intelligenza artificiale nell'assistenza sanitaria: da reattiva a proattiva

Pubblicato 01.04.2021, 16:30
Aggiornato 01.04.2021, 17:05
L'intelligenza artificiale nell'assistenza sanitaria: da reattiva a proattiva
SOLB
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È raro incontrare qualcuno che illumina una stanza, ma immaginate quando lo fa a centinaia di chilometri di distanza, da un altro Paese. Questo è quello che abbiamo provato parlando con Loubna Bouarfa, amministratore delegato di A.I. Okra.

Le restrizioni imposte per la pandemia di Covid ci hanno impedito di viaggiare nel Regno Unito per incontrarci di persona, ma abbiamo organizzato l'intervista, parlando prima via mail e social media. Quando è arrivato il D-day, Loubna ha viaggiato da Cambridge a uno studio di Londra e io ero nel nostro studio a Lione. Era come se stessi parlando con una vecchia amica.

Loubna Bouarfa intervistata da Isabelle Kumar Euronews

Parte del motivo per cui siamo andate subito d'accordo è che quando abbiamo discusso per la prima volta di intelligenza artificiale (A.I.), ho chiesto a Loubna cosa l'avesse ispirata. La sua risposta è stata sorprendente, ma ha anche creato un legame immediato. Suo fratello minore, come mio figlio, è affetto da autismo. Le sue parole hanno colpito nel segno.

Durante la nostra intervista mi ha detto che crescere con suo fratello l'ha aiutata a imparare fin dalla "tenera età che le regole e le norme che la società ci ha imposto sono solo percezioni generiche, non rappresentano l'intero spettro della vita. Il mio fascino per l'A.I. deriva da questo", ci ha detto, "non ci sono regole o norme. Ho imparato che si può essere molte cose ed essere autistici è una di queste".

L'intelligenza artificiale è una tecnologia che non è vincolata da regole, ma Loubna ha spiegato che "imita il modo in cui impariamo come esseri umani osservando, adattandoci e imparando dal nostro ambiente".

Sembra che l'assistenza sanitaria sia un dominio non sfruttato a pieno. Secondo Loubna, se l'A.I. fosse integrata nei sistemi sanitari, permetterebbe un'azione più preventiva da parte della comunità medica. "Non abbiamo bisogno di aspettare che la gente si ammali. I nostri sistemi sanitari con l'I.A. potrebbero diventare più proattivi e sfruttare questi dati per consigliare i pazienti e mantenerli in salute".

Loubna ha fatto un salto nel futuro per noi e ci ha spiegato come potrebbero funzionare i sistemi sanitari: "Siamo nel 2050 e nasce qualcuno. Non appena questo bambino nasce, i controlli di routine saranno eseguiti. Verrà fatto uno screening genetico e immaginiamo che ci sia una mutazione in geni importanti. Quindi, non appena viene rilevata, scatterà un allarme".

Loubna Bouarfa intervistata da Isabelle Kumar Euronews

Durante la vita della persona vengono effettuati controlli di routine, per tenere traccia della mutazione. Se un giorno viene rilevata un'anomalia, vengono automaticamente prescritti degli esami. Se è grave "entra in gioco l'uomo, entra in scena il medico" che parla con il paziente. Per tutto il tempo però, "mentre il medico sta svolgendo il suo lavoro, gli algoritmi di intelligenza artificiale saranno in esecuzione sullo sfondo, calcolando qual è il miglior trattamento per questi pazienti. E dopo i trattamenti, gli algoritmi continueranno a lavoraro e prevedere se ci saranno ricadute, automatizzando l'intero processo".

Perché questo funzioni deve esserci uno spazio dati solido sulla salute. Se questo esistesse, ci dice Loubna, aiuterebbe immediatamente a indirizzare i medici e il paziente verso "il miglior corso d'azione e oltre a questo, dirti quali sono i migliori trattamenti, che funzioneranno per te, come persona X, imparando da tutti i pazienti simili a te". Questo si rivelerebbe, a quanto pare, una rivoluzione nell'assistenza sanitaria.

Una delle principali sfide al momento in Europa è la mancanza di dati sanitari. "Non abbiamo molti dati europei, che si adattano alla nostra popolazione di pazienti e che possono aiutarci a individualizzare la medicina, qui in Europa. Penso che questo sia il prossimo passo importante, prima di poter arrivare all'uso dell'intelligenza artificiale nei sistemi sanitari in Europa".

Ci sono anche importanti questioni di privacy da affrontare, ma Loubna è fiduciosa su questo fronte e mi dice che i dati possono essere resi anonimi. Come parte di un gruppo di esperti di alto livello, consigliere della Commissione europea, questa era una delle massime priorità, oltre all'assicurarsi che i dati siano imparziali.

Loubna Bouarfa nei nostri studi di Londra Euronews

La distorsione, a quanto pare, può assumere molte forme e non si risolve solo assicurando dati da un'ampia gamma di profili possibile. L'A.I., rivela Loubna, è uno spazio multiculturale, e per essere tale, ha bisogno di essere alimentato da persone provenienti da contesti il più possibile diversi.

"L'A.I. è uno spettro di cose. Ci sono molti aspetti dell'A.I., oltre alla parte di programmazione. C'è il design, la creatività. C'è anche l'etica della progettazione di quei sistemi, l'interfaccia utente".

L'A.I. non è quindi solo una zona intangibile per maghi della tecnologia, ma sarebbe una porta aperta a tutti noi. "Segui la tua passione", ci dice Loubna, "e può portare la tua carriera verso l'A.I., perché abbiamo bisogno di tutti i geni e gli esperti per aggiungere valore e rendere l'A.I. più inclusiva e più bella".

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