Secondo Jonathan Stanford (GAM Investments) gli investitori si trovano di fronte a uno scenario simile al 2008 e al 2011 e le obbligazioni convertibili potrebbero essere una scelta interessante
La tempesta che si è abbattuta a marzo sui mercati finanziari, a seguito delle preoccupazioni sanitarie ed economiche legate alla pandemia da coronavirus, ha provocato correzioni profonde nei mercati finanziari. Il significativo passaggio alla liquidità da parte degli investitori è stato particolarmente dannoso per il segmento delle obbligazioni societarie, che ha accusato rimborsi di massa in tutto lo spettro dei fondi di credito e degli Etf. Richieste di riscatto che hanno costretto i gestori a vendere ciò che potevano, piuttosto che ciò che avrebbero voluto vendere, penalizzando soprattutto i bond di alta qualità con scadenze più brevi, di emittenti con bilanci solidi e nessuna necessità di rifinanziamento imminente.
LE STESSE OPPORTUNITÀ RISCONTRATE NEL 2008 E NEL 2011
“Il risultato è che adesso è possibile trovare obbligazioni che offrono rendimenti consistenti, supportate da bilanci solidi. Esattamente come nel 2008, e di nuovo in Europa nel 2011, le svendite causate dal coronavirus hanno procurato massicce distorsioni di prezzo tra le obbligazioni tradizionali e le convertibili”, fa presente Jonathan Stanford, investment director di GAM. L’esperto, convinto che gli attuali rendimenti risultino più che sufficienti a compensare i rischi futuri, è al lavoro per individuare le molte obbligazioni con valori interessanti, emesse da società sane...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge