Di Geoffrey Smith
Investing.com - Ogni edizione dei Giochi Olimpici vanta eroiche vittorie e valorosi sconfitti. Ciò che rende unici i Giochi Olimpici di Tokyo tenuti nel 2021 è che i grandi sconfitti potrebbero essere proprio i giapponesi.
Innanzitutto, ci sono le enormi spese per ospitare i giochi. Anche se i costi di prestito del governo sono quasi pari a zero e la banca centrale dimostra da anni di poter tranquillamente monetizzare il debito governativo, la stima finale di 20 miliardi di dollari è comunque una somma enorme, perlopiù a carico dei contribuenti.
Poi, c’è la portata del superamento dei costi: il costo finale dei giochi sarà circa il triplo di quanto originariamente promesso (7,4 miliardi di dollari), anche se circa 2,8 miliardi dipendono dal fatto che i giochi sono stati rinviati l’anno scorso, un qualcosa andato ben oltre il controllo degli organizzatori. Solo tre Giochi Estivi dell’era moderna hanno superato i costi più di così, rispetto alle stime originali: Barcellona nel 1992, Rio de Janeiro nel 2016 e, in una categoria tutta sua, Montreal nel 1976, che aveva superato il budget di sette volte.
Con gli spettatori praticamente vietati, agli organizzatori mancheranno i previsti 800 milioni di dollari di biglietti venduti, nonché la forte spinta alle entrate turistiche. Ma questo aspetto non dovrebbe essere sopravvalutato, dal momento che nessuno degli ultimi due Giochi Estivi sembra aver generato sostenuti aumenti dei ricavi turistici per il Regno Unito o il Brasile. Ma, anche così, rimane una frustrante occasione persa per far aumentare il profilo globale del paese.
Tutto questo diventerà però insignificante se, come molti giapponesi affermano a gran voce, i Giochi dovessero diventare un evento di super-diffusione del Covid-19, riportando il Giappone in lockdown. La prefettura di Tokyo, messa in stato di emergenza all’inizio del mese, ha riportato il numero giornaliero più alto mai registrato di nuovi casi ieri, pari a 2.848. A livello nazionale, il numero di nuovi casi è salito da appena 1.000 a 5.000 il mese scorso. I ricoveri ricominciano a salire verso i picchi visti nelle ultime due ondate.
Il numero assoluto potrebbe ancora sembrare basso rispetto alla popolazione nipponica, ma la combinazione della variante Delta del Covid-19, altamente contagiosa, con un basso tasso di vaccinazione attuale (solo il 31% degli adulti ha completato il ciclo di vaccinazione secondo Reuters) e della popolazione più anziana del mondo (età media: 46) rappresenta ovviamente un potenziale problema.
“Se (i Giochi Olimpici) dovessero innescare la diffusione dei contagi portando ad un’altra dichiarazione dello stato di emergenza, allora le perdite economiche saranno molto più alte”, scrive l’analista di Nomura Takahide Kiuchi in una recente nota ai clienti riportata da Reuters la scorsa settimana.
Si parla inevitabilmente molto di quanto i Giochi possano essere responsabili della diffusione del Covid-19 all’interno della comunità locale. Dal 1° luglio, solo 155 casi sono stati attribuiti ad atleti, funzionari ed altri che dovrebbero trovarsi all’interno della bolla sicura del Villaggio Olimpico. Tuttavia, il sentimento di ingiustizia che provano i giapponesi nell’essere considerati cittadini di serie B, confinati in casa in modo da permettere ai Giochi di proseguire in un ambiente a basso rischio, è profondo e reale. Non sorprende che Toyota, uno sponsor di alto livello, abbia cancellato i milioni di dollari di annunci pubblicitari dalla TV nazionale per prendere le distanze da un evento che il suo mercato domestico ha cominciato ad odiare.
Ma, per il momento, lo scenario del peggiore dei casi è ancora solo ipotetico. Ed è chiaro che non tutti i rischi legati al Covid si materializzano. Solo tre settimane fa, il Regno Unito registrava livelli simili di allarme, mentre il governo si preparava ad annullare le ultime restrizioni legali sul distanziamento sociale e le mascherine. Da allora, il numero dei casi è sceso nettamente, quasi a dare ragione al rischio calcolato del governo.
E lo stesso potrebbe succedere in Giappone. Una cerimonia di apertura delicata e fantasiosa, la qualità dei locali (nuovi e ristrutturati) e le straordinarie vittorie del tunisino Ahmed Hafnaoui nel nuoto e dell’austriaca Anna Kiesenhofer nel ciclismo hanno dimostrato che i giochi di Tokyo hanno comunque il potenziale di affascinare ed ispirare. I contribuenti nipponici possono anche non rivedere mai più i loro soldi, ma possono vivere abbastanza da smettere di lamentarsi di quanto sia costato. Con un po’ di antica magia Olimpica, potrebbero anche ottenere abbastanza medaglie e ricordi da pensare che, dopotutto, ne sia valsa la pena.
Tuttavia, ad oggi, ci sono ancora tanti residenti che scommettono il contrario.