Dal lontano 1995, chi ha comprato il titolo di Stato italiano mentre molti lo vendevano è stato premiato, in particolare in termini di ritorno assoluto, che su scadenze non troppo lontane sembra abbastanza allettante
Che sia arrivato il momento di aggiungere un po’ di Btp al portafoglio? Qualche commentatore anche autorevole lo suggerisce, notando che un rendimento intorno al 4% per un titolo di debito sovrano denominato in euro di questi tempi non è da buttar via. E la storia gli da ragione. Non solo per il rendimento ma anche, se non soprattutto, per motivi di prezzo. Da quando è nato l’euro a gennaio del 1999 chi si è avventurato a comprare Btp sui minimi, il che non è facilissimo, o comunque a prezzi nettamente inferiori alla media, o a rendimenti nettamente superiori, dal momento che tra prezzo e rendimento la correlazione è inversa, ha fatto un buon affare. Anzi si può andare ancora più indietro nel tempo, al 1995, quando la crisi del peso messicano investì i mercati del reddito fisso, spingendo il rendimento del Btp italiano, che era ancora denominato in lire, fino a sfiorare il 14%, e facendone crollare il prezzo. Nel giro di un paio d’anni il rendimento precipitò al 7% e i prezzi schizzarono di conseguenza.
RENDIMENTO DEL BTP A 10 ANNI DAL 1992 (DATI AL 1 SETTEMBRE 2022)
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** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge