Di Laura Sanchez
Investing.com - Il rosso domina i mercati europei questo giovedì (Ibex 35, CAC 40, DAX), seguendo lo stesso tono della chiusura negativa di ieri a Wall Street (S&P 500, NASDAQ, Dow Jones) e i cali in Asia di questa mattina presto, dopo il discorso di Jerome Powell di ieri seguito alla decisione sui tassi della Federal Reserve (Fed) statunitense.
Post-Fed, gli analisti forniscono i loro punti di vista e le loro prospettive su cosa aspettarsi in futuro.
Il comportamento del mercato “è andato chiaramente dal meglio al peggio, con la dichiarazione del FOMC e la successiva conferenza stampa del suo presidente, Jerome Powell, come punto di svolta della giornata”, spiega Link Securities nel suo commento giornaliero sul mercato.
La “mazzata” per il mercato è stata, secondo Bankinter (BME:BKT), il fatto che “Powell abbia detto che per iniziare a ridurre i tassi dovrà essere sicuro che l’inflazione si stia dirigendo verso l’obiettivo del 2% e c’è ancora molta strada da fare”.
BBVA Research concorda: i commenti di Powell sono stati inequivocabilmente da falco con la frase: “Abbiamo ancora del lavoro da fare”, sottolineano gli esperti in una nota.
E ora?
Charles Diebel, responsabile del reddito fisso di Mediolanum (BIT:BMED) International Funds Limited (MIFL), osserva in un commento inviato via e-mail a Investing.com che “la determinazione della Fed ad aumentare i tassi per affrontare i rischi inflazionistici potrebbe essere interpretata come un’inclinazione a favore della politica monetaria, ma è probabile che rifletta il recente allentamento delle condizioni finanziarie e quindi dimostri la sua determinazione a controllare l’inflazione a tempo debito”. La variabile chiave da qui in poi sarà la capacità di sostenere la crescita a fronte di un ulteriore inasprimento”.
“Se questo scenario di tassi più alti, crescita più bassa e alta inflazione più persistente è quello che ci sembra più plausibile, a maggior ragione dopo aver ascoltato Powell e analizzato il nuovo quadro macroeconomico presentato dalla Fed, la ‘moderata’ reazione al ribasso dei mercati azionari di ieri ci fa pensare che molti investitori “non credono alla Fed” e sembrano intenzionati a contrastarla, cosa che storicamente si è sempre rivelata un grave errore”. Inoltre, i future continuano a prevedere tagli dei tassi ufficiali nella seconda metà del 2023, cosa che a noi sembra altamente improbabile in questo momento”, osserva Link Securities.
“Il fatto che la Fed non abbia smesso di parlare di “aumenti continui” nella sua dichiarazione suggerisce che sta pianificando di aumentare i tassi più volte (almeno due) il prossimo anno”, osservano. BBVA Research.
“La proiezione mediana per il tasso dei fondi Fed alla fine del 2023 è stata rivista al 5,1%. Ciò suggerisce una prospettiva aggressiva con un ulteriore inasprimento totale di 75 pb”, aggiungono gli analisti.
Mentre le azioni scendono, “le obbligazioni e il dollaro si muovono appena, nonostante la recente buona performance delle obbligazioni (TIR T-bond -75 bps al 3,5%) e il dollaro negativo (-11% da fine settembre), che sembra suggerire investitori scettici sul mantenimento di tassi elevati di fronte a un impatto sul ciclo maggiore del previsto”, conclude Renta 4 (BME:RTA4) nel suo report quotidiano sui mercati.