Di Dhirendra Tripathi
Investing.com – I prezzi al consumo negli USA sono schizzati dello 0,6% a marzo dal mese precedente, poco al di sopra dello 0,4% di febbraio, dopo che i consumatori, “ricaricati” dallo stimolo da 1,9 mila miliardi, hanno speso di più in beni durevoli e di consumo. Il mercato aveva previsto un aumento dello 0,5%.
Su base annua, l’indice è salito del 2,6%, l’aumento maggiore dall’agosto 2018, rispetto al +1,7% del mese precedente.
L’indice IPC core, che esclude alimentari e carburanti, ha mostrato un aumento dello 0,3% dal mese precedente e dell’1,6% su base annua.
L’aumento dell’inflazione è stato previsto da operatori e banche centrali soprattutto dopo la forte missione di liquidità arrivata per sostenere il sistema economico durante la pandemia. L'occupazione, tuttavia, resta sotto i livelli desiderati.
La Fed si aspetta un aumento del PIL del 6,5% quest’anno, l’aumento maggiore dal 1984, ma il Presidente Jerome Powell ha, in più di un’occasione, escluso gli aumenti dei tassi per il prossimo futuro nonostante la recente impennata del titolo degli Stati Uniti 10 anni.
Nonostante un'inflazione oltre le attese, il Tnote è in calo dell'1,6% su base giornaliera all'1,655%, mentre il titolo a 5 anni arretra del 2,7% ad un rendimento dello 0,878%.