Tuttavia, secondo David Rees non va però sopravvalutata la minaccia immediata di un aumento dell’inflazione complessiva a causa dell’incremento dei prezzi dell’energia
Il 7 ottobre il massacro di centinaia di civili israeliani ad opera di Hamas al rave nel deserto ha fatto riprecipitare la già delicata situazione in Medio Oriente. Le tensioni in quella regione tendono rapidamente a trasmettersi sui prezzi dell’energia: nell’ultima settimana, infatti, il prezzo del Brent si è attestato intorno ai 91 dollari (al 16 ottobre), tra le crescenti preoccupazioni di disruption all’approvvigionamento che potrebbero, con tutta probabilità, spingere i prezzi molto più in alto in futuro.
LE TENSIONI IN MEDIO ORIENTE SPINGONO I PREZZI DEL PETROLIO
“Storicamente le tensioni nella regione hanno spinto il prezzo del petrolio. L’esempio più drammatico è quello degli anni ’70, quando le quotazioni sono quadruplicate a seguito della guerra in Medio Oriente”, fa sapere David Rees, Senior Emerging Markets Economist Schroders (LON:SDR), che si interroga se questo evento possa spingere l’economia globale verso la stagflazione...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge