Nell’analisi di Katherine Davidson ( Schroders (LON:SDR)) si sottolinea come il cioccolato abbia ingredienti deliziosi, ma anche dannosi per l’ambiente. A livello di investimenti, meglio puntare su società sostenibili
Arriva la Pasqua e aumenta il consumo di uova. Il cioccolato contiene ingredienti golosi ma anche dannosi per l’ambiente, come latticini, cacao, zucchero, olio di palma. L’impatto sul terreno legato alle coltivazioni di cacao è il secondo colpevole per l’impronta di carbonio nel cioccolato. “La consapevolezza circa l’impronta di carbonio degli alimenti è cresciuta enormemente negli ultimi anni. Questa non riguarda solo ‘i chilometri di cibo’ riferiti alla coltivazione di un alimento in un Paese e al trasporto in un altro”, commenta Katherine Davidson, gestore del fondo Schroder ISF Global Sustainable Growth, Schroders. Per avere un’idea è bene considerare anche la deforestazione per fare spazio alle coltivazioni e al pascolo degli animali, le emissioni prodotte da bestiame, coltivazioni per i mangimi, lavorazione degli alimenti, e via dicendo.
IL TRATTAMENTO DEI LAVORATORI
Il trattamento dei lavoratori nella catena di approvvigionamento può costituire un problema. “Molti dei brand di cioccolato più noti sono posseduti da grandi aziende basate in Svizzera o negli USA, a grande distanza dalle persone che effettivamente coltivano il cacao in Ghana o Costa D’Avorio”, continua nella sua analisi Katherine Davidson. “C’è un grosso interrogativo sul trattamento di questi lavoratori. Le multinazionali hanno tutte politiche onnicomprensive sugli standard di lavoro dei fornitori, ma sono davvero efficaci o applicate?”. A pesare, sono anche gli elevati livelli di lavoro minorile nell’industria del cacao: si stima che siano oltre 2 milioni i bambini al lavoro...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge