Un sondaggio di Bank of America rivela che il 34% degli istituzionali teme una recessione, la percentuale più alta degli ultimi 8 anni, mentre nel frattempo si sono addensati nuovi minacciosi nuvoloni nel cielo dell’economia globale
Le ombre di una recessione si fanno sempre più minacciose. Al punto che oltre un terzo degli investitori istituzionali teme che possa materializzarsi nei prossimi 12 mesi, la percentuale più alta degli ultimi otto anni. Ma procediamo con ordine. Mercoledì 14 agosto si sono intrecciate ben tre situazioni critiche: considerate singolarmente avrebbero potuto agitare gli investitori ma, in contemporanea, hanno determinato una vera e propria miscela esplosiva.
TRE FRONTI MINACCIOSI: GERMANIA, CINA E CURVA DEI TASSI USA
In Germania, il Pil nel secondo trimestre 2019 ha accusato un calo dello 0,1% sul trimestre precedente, registrando un rialzo di appena lo 0,4% su base annua e alimentando i timori per la crescita dell’intera zona euro. Negli Stati Uniti, invece, ha preso forma l’inversione della curva dei tassi di interesse, con il rendimento dei Treasury a 10 anni inferiore a quello di governativi a due anni: un segnale che, negli ultimi 40 anni, ha preannunciato quasi sempre una recessione nei successivi 12 mesi. Infine, in Cina, in mattinata si era appreso che nel mese di luglio la produzione industriale aveva registrato il ritmo di crescita più contenuto degli ultimi 17 anni. Il risultato di questa combinazione di dati macro preoccupanti è stato un’accelerazione dell’avversione al rischio (risk off) da parte degli investitori, con i principali indici di Borsa in calo tra i due e tre punti percentuali, i rendimenti dei Treasury e dei Bund in ritirata e il prezzo dell’oro alle stelle...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge