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Sostenibilità e reddito fisso: il Green Deal ha bisogno di green bond

Pubblicato 24.03.2021, 18:18
Sostenibilità e reddito fisso: il Green Deal ha bisogno di green bond
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Per AllianceBernstein la transizione verde dell’Europa è iniziata, gli investitori hanno bisogno di processi di valutazione e di engagement per orientarsi in un’offerta di titoli verdi in forte crescita

Se il Covid 19 rappresenta al momento la priorità numero uno dei governi europei, il cambiamento climatico è senza dubbio in cima alle agende politiche a breve, medio e lungo termine. Il Green Deal da 1.000 miliardi di euro mira a fare dell’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050, il 37% del budget del Next Generation Eu è destinato a finanziare progetti climatici. Cambiano anche le normative, il regolamento relativo all’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari (SFDR) e la tassonomia dell’UE stabiliscono principi di informativa standardizzati per le attività d’investimento definite sostenibili e allineate con la mitigazione del cambiamento climatico. Per un investitore del reddito fisso, la selezione dei titoli diventa così più complessa. Ci sarà bisogno, sottolineano in AllianceBernstein, di un processo di valutazione e di engagement per individuare l’ambientalismo di facciata o “greenwashing” e sarà estremamente importante monitorare la misura in cui i proventi delle emissioni societarie e sovrane sono allineati con la tassonomia dell’UE e il Green Deal, anche attraverso un dialogo diretto con imprese e governi.

RISCHI E OPPORTUNITÀ D’INVESTIMENTO TRA I TITOLI CORPORATE

Per gli emittenti di obbligazioni corporate, viene spiegato, i recenti sviluppi normativi rappresentano sia un’opportunità che una minaccia. Le imprese già naturalmente allineate con la mitigazione del cambiamento climatico e quelle che hanno iniziato ad affrontare i rischi climatici ne trarranno beneficio; gli emittenti che operano in settori “non allineati”, come l’energia o il minerario, rischiano di essere evitati dagli investitori e di vedere aumentare il loro costo del capitale. Il settore delle utility elettriche è uno degli esempi citati dagli esperti della casa di investimento statunitense: mentre alcune utility si affidano esclusivamente al carbone e non hanno un piano generale per la transizione verso un’economia a basse emissioni, altre hanno investito notevolmente nelle fonti rinnovabili. Non sempre gli spread creditizi riflettono i diversi livelli di sostenibilità, ma in AllianceBernstein ritengono che l’informativa obbligatoria introdotta dall’UE determinerà una maggiore differenziazione tra i prezzi delle diverse obbligazioni. Altri settori, come l’automobilistico o il chimico, sono ancora più indietro, molte aziende potrebbero stentare ad allineare le loro attività con la tassonomia dell’UE e si osservano ampie divergenze nei loro piani per affrontare il cambiamento climatico. L’engagement degli investitori con i team manageriali, viene sottolineato da AllianceBernstein, sarà essenziale per comprendere le strategie di decarbonizzazione delle imprese e sprigionare valore nelle aziende più inquinanti...

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** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge


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