di Paolo Biondi
ROMA (Reuters) - Renato Brunetta è passato dall'onore della visita in solitaria al Quirinale a nome di Forza Italia al doppio schiaffone ricevuto ieri che ha messo in discussione la sua forza nel partito.
Paolo Romani, capogruppo al Senato ed esponente del partito-azienda, ha detto senza giri di parole che bisogna tornare a trattare sulle riforme istituzionali e che non ha accompagnato Brunetta al Colle perché non condivideva nulla delle cose che il capogruppo alla Camera è andato a dire a Sergio Mattarella. L'intervista di Romani a Repubblica bissa di un giorno l'altra sberla che Brunetta ha ricevuto nel suo Veneto dove Matteo Salvini ha detto che la Lega è pronta a correre da sola alle Regionali visti i tanti dubbi di Fi sulle alleanze per il voto di maggio e le aperture ai centristi di Angelino Alfano.
Ieri poi, Silvio Berlusconi ha commissariato il partito in Puglia, riducendo ulteriormente lo spazio d'azione del suo oppositore interno Raffaele Fitto, sempre più agguerrito in vista della manifestazione di sabato: se Berlusconi gli toglie il controllo in Puglia lui porta la Puglia a Roma.
Grandi movimenti nel partito dell'ex Cavaliere. Ma soprattutto grande incertezza sulla linea. In un colpo solo i due grandi vincitori del cambio di linea dopo l'elezione del Quirinale, Brunetta e Fitto, sono nuovamente in disgrazia e pure la direzione non pare più tanto certa.
In Forza Italia c'è grande nostalgia del Nazareno e, soprattutto, che Berlusconi ricominci a tessere la sua tela invece che farsi legare le mani da qualcun altro.
Matteo Renzi attende sulla riva del fiume.
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