Di Alessandro Albano
Investing.com - La banca centrale della Turchia ha ridotto ulteriormente il tasso d'interesse principale questo giovedì, a seguito delle richieste del presidente Recep Tayyip Erdogan di avere costi di prestito minori nonostante il forte indebolimento della valuta e i prezzi alle stelle.
Il Comitato per la politica monetaria, guidato dal governatore Sahap Kavcioglu, ha ridotto il tasso sui pronti contro termine ad una settimana di 100 punti base al 15%, come da attese di mercato, dopo un taglio complessivo di 300 bps nelle due riunioni precedenti.
Con un'inflazione annuale del 19,9% (ottobre), dopo la decisione della banca centrale la lira è precipita a nuovi minimi contro il dollaro a TRY10,926 (-30% da gennaio), mentre il titolo di Stato a 10 anni è schizzato in rialzo del 6,1% ad un rendimento del 20,1%.
Effetto rialzista invece per l'azionario locale, con l'indice principale della Borsa di Istabul (BIST 100) che scambia sui massimi storici di 1.720 punti (+0,7% intraday e +15% da inizio anno).
Prima della decisione della banca di Ankara, gli analisti di InTouch Capital Marktes avevano avvertito, scommettendo su un ribasso del tasso repo, che "lasciare la lira cadere precipitosamente avrà conseguenze negative che potrebbero causare una crisi su vasta scala".
"Un altro taglio dei tassi vorrebbe dire lascerebbe la lira ancora più vulnerabile nei confronti del dollaro, che in questo momento è invece sostenuto al rialzo per le aspettative del mercato sulla Fed e sull'aumento dei tassi forse già a metà del 2022".