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Usa: dati sul Pil allontanano la recessione, Fed divisa sul 'soft landing'

Pubblicato 27.01.2023, 09:08
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Di Alessandro Albano

Investing.com - Gi Stati Uniti hanno registrato un tasso di crescita superiore alle attese nel quarto trimestre, mostrando una decisa ripresa dell’economia a stelle e strisce dopo la contrazione tecnica nei primi due trimestri (-1,6% nel primo trimestre e -0,6% nel secondo). Leggi anche: Usa: Pil Q4 cresce oltre le stime, inflazione PCE in rallentamento

Buoni anche i numeri arrivati dall'inflazione PCE e da una disoccupazione che resta molto bassa (3,5% a dicembre).

L'economia Usa, scrive in una nota Federico Vetrella, Market Strategist di IG Italia, "continua a stupire gli operatori di mercato che solo qualche mese fa annunciavano una pronta recessione, eventualità che al momento resta improbabile stando ai fondamentali macroeconomici e alle future mosse di politica monetaria della Federal Reserve che preannunciano un rilassamento dei rialzi del costo del denaro nelle prossime riunioni".

Guardando i future misurati dal Fed rate monitor di Investing.com, la banca centrale statunitense sembra diretta verso un rallentamento della sua stretta monetaria con uno scontato rialzo di 25 punti base nella riunione prevista per il 31 gennaio - 1 febbraio.

I tassi di interesse dovrebbero quindi passare dall’attuale livello compreso tra il 4,25-4,5% fino al 4,5-4,75% e, per le prossime riunioni, IG si aspetta "almeno altri 2 aumenti da 25 punti base portando i tassi al 5-5,25% (livello terminale per il processo di incremento del costo del denaro)".

In questo contesto, Vetrella fa poi notare che "i dati faranno certamente ritornare alla carica i membri più “falchi” all’interno del FOMC che sosterranno il mantenimento della stretta monetaria della Fed (giustificandola con la forza dell’economia) in modo da evitare la ripresa delle pressioni inflazionistiche che sono risultate pari al +6,5% a/a nel mese di dicembre".

E, stando ai dati macroeconomici, la recessione sembra "molto improbabile con i passati timori che risultano ormai superati e aprono invece le speranze per un soft landing”.

"Insomma, nulla fa credere che l’economia americana debba soffrire più di un modesto rallentamento della crescita dovuto al normale ciclo economico che nell’anno passato ha dovuto sopportare innumerevoli esternalità negative (guerra in Ucraina, crisi energetica, inflazione e stretta monetaria)", aggiunge l'analista.

In conclusione, secondo il manager di IG i mercati azionari potrebbero continuare "a rimanere in osservazione ancora per qualche mese in attesa di un sostenuto slancio al rialzo una volta che le pressioni inflazionistiche continueranno a mostrare un deciso rallentamento e le banche centrali stabilizzeranno il costo del denaro ad un livello non troppo deleterio per la crescita economica".

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