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Vicina la fine del ciclo tassi-inflazione, titoli di Stato e bond tornano interessanti

Pubblicato 25.09.2023, 10:14
© Reuters.  Vicina la fine del ciclo tassi-inflazione, titoli di Stato e bond tornano interessanti
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Le obbligazioni tornano appetibili, non solo per i rendimenti ma anche per il prezzo, se si avvicina la fase di allentamento monetario. E in Italia, i risparmiatori riscoprono il BTP dopo una disaffezione decennale

Dagli USA all’Europa, i rendimenti dei titoli di Stato a lunga scadenza viaggiano a massimi di oltre 10 anni, ben 16 quello del Treasury, 12 per il Bund tedesco e 10 il BTP italiano. È una corsa che ha ancora strada da fare o vicina alla fine? Il mercato sembra propendere per la seconda, probabilmente nella percezione è di un’occasione da cogliere prima che i tassi comincino a scendere, anche se Fed e soprattutto BCE continuano a sottolineare che l’inflazione non è ancora domata e serve una politica restrittiva a lungo per riportarla al target del 2%. L’inflazione ha iniziato a spiccare il volo nella prima parte del 2021, ma alle due banche centrali è servito un anno per capire che non era poi così ‘transitoria’ e iniziare a stringere aggressivamente. Ora è in netta discesa, soprattutto in USA dove i tassi dei Fed Fund sono ampiamente in territorio positivo, al 5,5% contro un PCE al 3%, mentre in Eurozona c’è ancora una certa distanza per l’impatto più violento del caro energia causato dalla guerra in Ucraina, anche con costi più elevati per recuperare indipendenza nelle forniture.

IN EUROPA IL RALLENTAMENTO PUÒ AIUTARE IL RIENTRO DELL’INFLAZIONE

Il mercato dei Treasury USA, certamente il più liquido e efficiente al mondo, prezza a 10 anni un rendimento vicino al 4,5%, un punto pieno sotto i Fed Fund che corrispondono più o meno all’overnigth sull’ interbancario. Su quello europeo, più frammentato ed esposto a spinte emotive, i rendimenti a 10 anni, espressi dai due estremi del Bund e del BTP, si collocano un po’ sotto e poco sopra i tassi ufficiali della BCE, fissati al 3,75% e ancora negativi rispetto all’inflazione, ma a un livello sufficiente per portarla al target del 2% al 2025, secondo le proiezioni della stessa banca centrale. Ma l’economia del vecchio continente perde colpi più di quella americana, attività manifatturiera e dei servizi sono ampiamente in contrazione, e questo potrebbe accelerare un percorso analogo a quello degli USA, dove un’inflazione sotto controllo sembra ormai in vista...

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** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge


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