L’aumento della dispersione in termini di fondamentali aziendali creerà opportunità nel segmento investment grade europeo per i gestori in grado di combinare allocazioni top-down, ricerca creditizia bottom-up e analisi ESG
Le persistenti pressioni inflazionistiche hanno costretto le banche centrali a invertire la rotta in termini di politica monetaria, passando dallo status di acquirenti netti a quello di venditori netti di asset. Un cambio di regime che ha provocato un’impennata della volatilità dei tassi di interesse mentre i rendimenti dei titoli investment grade europei hanno raggiunto livelli che non si vedevano da oltre 10 anni. “Un nuovo regime di mercato che determina opportunità potenzialmente interessanti in ambito creditizio per i gestori attivi tramite un’attenta selezione titoli e un orientamento sempre più forte alla sostenibilità” fanno sapere Derek Hynes, Fixed Income Portfolio Manager e Jillian Rooney, Investment Specialist di Wellington Management.
UNA SITUAZIONE FAVOREVOLE IN EUROPA
Dopo la volatilità provocata dalla guerra in Ucraina e dalla conseguente crisi energetica, il rendimento medio (in termini di yield to worst) espresso dal Barclays (LON:BARC) Euro Aggregate Corporate Index è passato da un livello prossimo allo zero a inizio 2022 a oltre 4% a fine anno. “Crediamo che i rischi relativi al conflitto in Ucraina e alla crisi energetica siano ormai ampiamente scontati nei prezzi di mercato e al momento alcuni titoli di emittenti di qualità elevata siano scambiati a prezzi davvero interessanti”, riferiscono Hynes e Rooney...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge