Investing.com - L’euro registra un calo questo lunedì, mentre gli investitori attendono il vertice della Banca Centrale Europea nel corso della settimana tra le speculazioni sull’eventualità che la banca annunci un aumento del programma di allentamento quantitativo.
Il cambio EUR/USD scende dello 0,17% a 1,1327, il minimo dal 9 ottobre.
La moneta unica si è indebolita dopo le parole del membro del consiglio governativo della BCE Ewald Nowotny secondo cui sono necessarie ulteriori misure per dare slancio alla crescita nella zona euro.
I dati di venerdì hanno confermato che il tasso annuo di inflazione nella zona euro è risultato negativo a settembre per la prima volta da quando la BCE ha lanciato il programma di acquisti di asset a marzo.
La BCE ha lanciato il programma di acquisti da 60 miliardi di euro al mese per contenere il persistere dell’inflazione bassa nella zona euro; il programma dovrebbe terminare a settembre 2016.
L’euro scende anche contro la sterlina e lo yen, con la coppia EUR/GBP giù dello 0,37% a 0,7323 ed il cambio EUR/JPY in calo dello 0,27% a 135,21.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,18% a 94,93, continuando a staccarsi dal minimo di sette settimane segnato mercoledì scorso.
La richiesta di dollaro continua ad essere sostenuta dalla divergenza di opinioni in merito alla politica monetaria della Federal Reserve rispetto alla BCE ed alla Banca del Giappone.
Il dollaro è pressoché invariato contro lo yen, con la coppia USD/JPY a 119,41, dopo aver segnato il minimo di 119,14 durante la notte.
Lo yen ha guadagnato terreno dopo l’aumento registrato dai titoli azionari asiatici, che hanno aperto con un ribasso, aumento seguito alla pubblicazione dei dati sulla crescita economica cinese che ha visto una crescita minore del previsto nel terzo trimestre.
L’economia in Cina è cresciuta del 6,9% nel trimestre terminato a settembre, poco più del 6,8% previsto ma in calo dal 7% segnato nel secondo trimestre.
I dati indicano che sebbene la seconda economia mondiale non sia in seria difficoltà, persistono i timori per le prospettive economiche.