Pro Futures - La scorsa settimana i prezzi del petrolio greggio sono scesi da un massimo di sei giorni nella giornata di venerdì, in seguito al cessate-il-fuoco dichiarato dalla Libia, ma i prezzi sono stati sostenuti dalle preoccupazioni per l’eventuale diffusione dei disordini in Arabia Saudita, il maggiore esportatore di petrolio al mondo.
Il New York Mercantile Exchange ha scambiato i futures del greggio con consegna ad aprile a 101,31 dollari al barile, alla chiusura degli scambi di venerdì, guadagnando l’1,05% rispetto alla settimana.
I prezzi del greggio sono saliti venerdì a 103,63 dollari al barile, dopo che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato "tutte le misure necessarie" per imporre una no-fly zone sopra la Libia. Tuttavia, i prezzi sono scesi dopo che il ministro degli esteri Khaled Kaaim ha dichiarato che il regime era pronto a negoziare un cessate il fuoco.
Giovedì i futures del greggio sono balzati del 3,3% dopo che l'Iran ha richiamato il suo ambasciatore dal Bahrain per protestare contro giro di vite del governo sui dimostranti sciiti, nonché l'arresto di sei attivisti sciiti.
Gli arresti hanno fatto seguito alla dichiarazione di tre mesi di stato di emergenza, e all’arrivo delle truppe saudite in Bahrein per sostenere il governo.
Il gruppo Deutsche Bank ha dichiarato in una relazioen di giovedì che "i confini geopolitica del mercato del petrolio restano sotto forte pressione ed è probabile che saranno sostenuti livelli di prezzi elevati".
L'Arabia Saudita è il maggior esportatore tra i membri dell'OPEC e produce circa 8,4 milioni di barili di petrolio al giorno, mentre l'Iran, il secondo più grande esportatore dell'OPEC, produce circa 3,7 milioni di barili di petrolio al giorno.
All'inizio della settimana, i prezzi del greggio erano precipitati del 3,8% nella giornata di martedì, per via dei timori sul calo della domanda nipponica a seguito del terremoto di magnitudo 9.0 dell’ 11 marzo che ha generato uno tsunami ed una crisi nucleare.
Il Giappone è il terzo consumatore mondiale di petrolio, dopo Stati Uniti e Cina, per un consumo giornaliero pari a circa 4,42 milioni di barili di greggio nel 2010, secondo l'Agenzia internazionale dell'energia.
L’ ICE Futures Exchange ha scambiato i futures Brent con consegna a maggio a 114,16 dollari la barile alla chiusura degli scambi, in salita dello 0,35% rispetto alla della settimana e 12,85 dollari al di sopra della controparte statunitense.
I gruppo finanziario globale Credit Suisse ha le previsioni dei prezzi Brent previsioni per il 2011 del 19,6%, a 105,80 dollari al barile, rispetto ad una precedente stima di 85 dollari al barile, a causa del pericolo di interruzione delle forniture dal Medio Oriente. Per il 2012 la stima è salita del 18% a 100,50 contro 83 dollari al barile.
Il New York Mercantile Exchange ha scambiato i futures del greggio con consegna ad aprile a 101,31 dollari al barile, alla chiusura degli scambi di venerdì, guadagnando l’1,05% rispetto alla settimana.
I prezzi del greggio sono saliti venerdì a 103,63 dollari al barile, dopo che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato "tutte le misure necessarie" per imporre una no-fly zone sopra la Libia. Tuttavia, i prezzi sono scesi dopo che il ministro degli esteri Khaled Kaaim ha dichiarato che il regime era pronto a negoziare un cessate il fuoco.
Giovedì i futures del greggio sono balzati del 3,3% dopo che l'Iran ha richiamato il suo ambasciatore dal Bahrain per protestare contro giro di vite del governo sui dimostranti sciiti, nonché l'arresto di sei attivisti sciiti.
Gli arresti hanno fatto seguito alla dichiarazione di tre mesi di stato di emergenza, e all’arrivo delle truppe saudite in Bahrein per sostenere il governo.
Il gruppo Deutsche Bank ha dichiarato in una relazioen di giovedì che "i confini geopolitica del mercato del petrolio restano sotto forte pressione ed è probabile che saranno sostenuti livelli di prezzi elevati".
L'Arabia Saudita è il maggior esportatore tra i membri dell'OPEC e produce circa 8,4 milioni di barili di petrolio al giorno, mentre l'Iran, il secondo più grande esportatore dell'OPEC, produce circa 3,7 milioni di barili di petrolio al giorno.
All'inizio della settimana, i prezzi del greggio erano precipitati del 3,8% nella giornata di martedì, per via dei timori sul calo della domanda nipponica a seguito del terremoto di magnitudo 9.0 dell’ 11 marzo che ha generato uno tsunami ed una crisi nucleare.
Il Giappone è il terzo consumatore mondiale di petrolio, dopo Stati Uniti e Cina, per un consumo giornaliero pari a circa 4,42 milioni di barili di greggio nel 2010, secondo l'Agenzia internazionale dell'energia.
L’ ICE Futures Exchange ha scambiato i futures Brent con consegna a maggio a 114,16 dollari la barile alla chiusura degli scambi, in salita dello 0,35% rispetto alla della settimana e 12,85 dollari al di sopra della controparte statunitense.
I gruppo finanziario globale Credit Suisse ha le previsioni dei prezzi Brent previsioni per il 2011 del 19,6%, a 105,80 dollari al barile, rispetto ad una precedente stima di 85 dollari al barile, a causa del pericolo di interruzione delle forniture dal Medio Oriente. Per il 2012 la stima è salita del 18% a 100,50 contro 83 dollari al barile.