Investing.com - I futures del petrolio greggio sono in rialzo nella mattinata di questo mercoledì, il dollaro americano è sotto pressione e gli investitori continuano a monitorare i negoziati tra Democratici e Repubblicani per evitare il “precipizio fiscale” statunitense,
Intanto i traders attendono il report con le informazioni relative alle riserve americane di prodotti grezzi e raffinati da parte della Energy Information Administration statunitense.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a gennaio sono stati scambiati a 88,90 dollari al barile nella mattinata europea, in aumento dello 0,45%.
I prezzi del petrolio sulla borsa di New York sono saliti dello 0,6% stamane, per toccare il massimo della seduta di 89,05 dollari al barile.
Le quotazione del petrolio sono in rialzo in seguito all’indebolimento del dollaro americano contro le altre principali valute, con i segnali di miglioramento della crisi nella zona Euro che hanno supportato il sentimento degli investitori.
L’euro tocca il massimo delle ultime 6 settimane contro il dollaro, mentre l’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è sceso dello 0,1% a 79,57, il valore più basso dal 22 ottobre.
Il prezzo del petrolio tende a salire quando il dollaro scende, poiché le materie prime espresse in dollari diventano più economiche per i titolari di altre valute.
Rinnovate speranze per nuove misure di stimolo in Cina hanno dato ulteriore supporto. Le dichiarazioni del nuovo leader cinese, confermano che la politica di supporto economico resterà in vigore.
Il dirigente di partito Xi Jinping afferma che i legislatori continueranno ad attuare politiche fiscali e monetarie per assicurare una crescita stabile nel secondo consumatore mondiale di petrolio.
Intanto i traders guardano avanti alle informazioni relative alle riserve americane di prodotti grezzi e raffinati per valutare la consistenza della domanda di petrolio tra i principali consumatori.
I dati attesi prevedevano una diminuzione delle riserve di grezzo di 0,32 milioni di barili e un aumento delle riserve di carburante di 1,76 milioni di barili.
Dopo la chiusura dei mercati di ieri l’ American Petroleum Institute ha diffuso i dati sulle scorte, affermando che le riserve di greggio sono diminuite di circa 2,22 milioni di barili la scorsa settimana, mentre le riserve di carburante sono cresciute di 5,71 milioni di barili.
Gli operatori di mercato osservano i dati esteri mentre gli investitori cercano di valutare la consistenza della ripresa economica americana.
Gli Stati Uniti rilasceranno il report ADP sull’occupazione non agricola, insieme ai dati ufficiali sugli ordinativi industriali e sulle scorte di greggio. Inoltre, l’ISM (Institute of Supply Management) produrrà un report sull’attività del settore dei servizi.
Venerdì verranno inoltre rilasciati i dati sull’occupazione non agricola relativi a novembre.
Gli investitori sono preoccupati per il precipizio fiscale statunitense, rappresentato dall’aumento delle tasse e tagli alla spesa pari a circa 600 miliardi di dollari che dovrebbe entrare in vigore dal primo gennaio, a meno che il Congresso in preda alle divisioni interne e la Casa Bianca non trovino un compromesso nelle quattro settimane che rimangono prima della scadenza
Si teme che il governo americano possa ripetere la stessa politica di divisione che ha portato Standard & Poor's a declassare il rating americano nell’agosto del 2011 e spingere nuovamente gli Stati Uniti in recessione.
Gli USA sono il primo consumatore mondiale di petrolio, e rappresentano il 22% della domanda globale.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a gennaio segnano +0,15% a 110,77 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 21,36 dollari al barile.
Intanto i traders attendono il report con le informazioni relative alle riserve americane di prodotti grezzi e raffinati da parte della Energy Information Administration statunitense.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a gennaio sono stati scambiati a 88,90 dollari al barile nella mattinata europea, in aumento dello 0,45%.
I prezzi del petrolio sulla borsa di New York sono saliti dello 0,6% stamane, per toccare il massimo della seduta di 89,05 dollari al barile.
Le quotazione del petrolio sono in rialzo in seguito all’indebolimento del dollaro americano contro le altre principali valute, con i segnali di miglioramento della crisi nella zona Euro che hanno supportato il sentimento degli investitori.
L’euro tocca il massimo delle ultime 6 settimane contro il dollaro, mentre l’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è sceso dello 0,1% a 79,57, il valore più basso dal 22 ottobre.
Il prezzo del petrolio tende a salire quando il dollaro scende, poiché le materie prime espresse in dollari diventano più economiche per i titolari di altre valute.
Rinnovate speranze per nuove misure di stimolo in Cina hanno dato ulteriore supporto. Le dichiarazioni del nuovo leader cinese, confermano che la politica di supporto economico resterà in vigore.
Il dirigente di partito Xi Jinping afferma che i legislatori continueranno ad attuare politiche fiscali e monetarie per assicurare una crescita stabile nel secondo consumatore mondiale di petrolio.
Intanto i traders guardano avanti alle informazioni relative alle riserve americane di prodotti grezzi e raffinati per valutare la consistenza della domanda di petrolio tra i principali consumatori.
I dati attesi prevedevano una diminuzione delle riserve di grezzo di 0,32 milioni di barili e un aumento delle riserve di carburante di 1,76 milioni di barili.
Dopo la chiusura dei mercati di ieri l’ American Petroleum Institute ha diffuso i dati sulle scorte, affermando che le riserve di greggio sono diminuite di circa 2,22 milioni di barili la scorsa settimana, mentre le riserve di carburante sono cresciute di 5,71 milioni di barili.
Gli operatori di mercato osservano i dati esteri mentre gli investitori cercano di valutare la consistenza della ripresa economica americana.
Gli Stati Uniti rilasceranno il report ADP sull’occupazione non agricola, insieme ai dati ufficiali sugli ordinativi industriali e sulle scorte di greggio. Inoltre, l’ISM (Institute of Supply Management) produrrà un report sull’attività del settore dei servizi.
Venerdì verranno inoltre rilasciati i dati sull’occupazione non agricola relativi a novembre.
Gli investitori sono preoccupati per il precipizio fiscale statunitense, rappresentato dall’aumento delle tasse e tagli alla spesa pari a circa 600 miliardi di dollari che dovrebbe entrare in vigore dal primo gennaio, a meno che il Congresso in preda alle divisioni interne e la Casa Bianca non trovino un compromesso nelle quattro settimane che rimangono prima della scadenza
Si teme che il governo americano possa ripetere la stessa politica di divisione che ha portato Standard & Poor's a declassare il rating americano nell’agosto del 2011 e spingere nuovamente gli Stati Uniti in recessione.
Gli USA sono il primo consumatore mondiale di petrolio, e rappresentano il 22% della domanda globale.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a gennaio segnano +0,15% a 110,77 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 21,36 dollari al barile.