Investing.com - Il dollaro oscilla ancora vicino al massimo degli ultimi 14 mesi contro le altre principali valute questo giovedì; la richiesta del biglietto verde resta supportata dalle speranze di un aumento anticipato dei tassi di interesse USA.
Il cambio USD/JPY ha toccato un nuovo massimo degli ultimi sei mesi di 107,04 per poi attestarsi in salita dello 0,08% a 106,94 dal momento che la divergenza di opinioni sulla politica monetaria tra la Federal Reserve e la banca centrale giapponese continua ad indebolire lo yen.
Uno studio della Fed di San Francisco pubblicato lunedì ha indicato che secondo i funzionari della banca centrale l’aumento dei tassi potrebbe avvenire prima di quanto si aspettano i mercati.
La Fed dovrebbe tagliare di altri 10 miliardi di dollari il suo programma di acquisti di stimolo durante il vertice di mercoledì prossimo, riuscendo quindi a chiudere il programma entro ottobre, per poi alzare i tassi di interesse intorno alla metà del 2015.
Lo yen si è indebolito in seguito ai dati deludenti sulla crescita economica del secondo trimestre e sul deficit del conto corrente nazionale pubblicati all’inizio della settimana. I dati hanno indicato che l’economia non riesce a riprendere lo slancio e hanno fatto aumentare le aspettative di ulteriori misure di stimolo da parte della Banca del Giappone.
L’euro si mantiene al di sopra del minimo di 14 mesi contro il dollaro, con il cambio EUR/USD su dello 0,07% a 1,2926.
Il sentimento sull’euro è rimasto vulnerabile in seguito alla decisione inaspettata della Banca Centrale Europea di tagliare i tassi al minimo storico nella zona euro e di annunciare nuove misure per tentare di supportare la ripresa precaria e sostenere l’inflazione.
Il cambio GBP/USD sale dello 0,15% a 1,6236, dopo il nuovo sondaggio di ieri sull’indipendenza scozzese che ha rivelato un avanzamento dei “no”, che tornano in testa con il 53% dei votanti.
La scorsa settimana la sterlina ha subito un brusco selloff a causa dei dubbi sulla scelta di una valuta nell’eventuale Scozia indipendente nonché dei timori per le ripercussioni sul debito nazionale britannico.
La sterlina è stata inoltre supportata dalle parole del Governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney secondo cui i tassi di interesse potrebbero aumentare nei prossimi mesi.
La coppia USD/CHF si stacca dal massimo di un anno e scende dello 0,12% a 0,9357.
Il cambio AUD/USD scende dello 0,29% a 0,9131 nonostante i dati che hanno mostrato che l’economia australiana ha aggiunto più posti di lavoro del previsto il mese scorso e che il tasso di disoccupazione è sceso al 6,1%.
La coppia NZD/USD crolla ad un nuovo minimo degli ultimi 7 mesi per poi attestarsi in calo dello 0,24% a 0,8175 dopo la decisione della Reserve Bank of New Zealand di mantenere il tasso di interesse di riferimento al 3,50%; la banca ha inoltre annunciato che i costi di prestito resteranno invariati per un lungo periodo di tempo.
La banca ha tagliato le previsioni di inflazione e ha dichiarato di prevedere un ulteriore deprezzamento del “kiwi”.
Intanto, il cambio USD/CAD sale dello 0,37% a 1,0976.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è stabile a a 84,35, non lontano dal massimo di 14 mesi di martedì di 84,65.